Fabian arrabbiatissimo: «Alle Olimpiadi come riserva. Scelta ingiusta e di convenienza, ma l'accetto»

La foto con l'inchino postata da Fabian
PADOVA - «Mai avrei immaginato di scrivere questo post e che la selezione portasse a questo risultato.  All’olimpiade non sarò al via ma...

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PADOVA - «Mai avrei immaginato di scrivere questo post e che la selezione portasse a questo risultato.  All’olimpiade non sarò al via ma avrò un ruolo di riserva». Alessandro Fabian inizia così il post amaro sulla sua prossima partenza per Tokyo. Il forte triathleta padovano, che per lunghi anni si è allenato a Marostica con l'allora ct Contin, non si dice d'accordo con la scelta tecnica della sua nazionale, ma fa come Garibaldi quando disse "Obbedisco". E illustra il suo post con una foto emblematica, nella quale si inchina all'arriva di una gara olimpica: un inchino che si può intendere ironico verso i selezionatori che lo hanno "scartato". Le sue parole però non sono per nulla leggere, parla di ingiustizia e di scelte fatte per convenienza, sostiene che ci ha fatto certe scelte avrà il rimorso di non essere stato coerente. Ma da parte sua, aggiunge, continuerà ad allenarsi al massimo per essere pronto nel caso la nazionale avesse ancora bisogno di lui.

«Non sono stati coerenti»

«Non sono d’accordo con questa scelta del direttore tecnico e avallata dal consiglio (tranne quei pochi che si sono opposti), ma non posso far altro che accettarla - scrive Fabian -. Potrei combattere con altre armi su ciò che mi è stato tolto ma alla fine non cambierebbe l’amarezza e la realtà dei fatti; sono certo che le persone che hanno preso questa decisione faranno i conti con la propria coscienza e il rimorso di non essere stati coerenti. Creare altro odio e difficoltà non è nella mia natura e in questo momento anche se lo facessi creerei solo più tensioni interne tra chi veramente deve metterci la faccia quel giorno: come sempre noi atleti!».

«Triste e arrabbiato»

«Sono triste, arrabbiato e frustrato di fronte ad un’ingiustizia fatta da persone che scelgono per convenienza, o per sentimento, ignorando palesemente i criteri oggettivi sbandierati fino a poco prima della selezione. A questo punto sento che onorerò, come ho sempre fatto nella mia carriera, i colori azzurri e il tricolore, perché per metà della mia vita è stato così e non posso fare altrimenti. È un principio morale con cui ho vissuto e continuerò a vivere. Pertanto, nonostante l'amarezza, continuerò ad allenarmi con estrema dedizione e professionalità per essere pronto a dare il massimo nel caso il Team Italia avesse bisogno ancora una volta del mio contributo. Il mondo è fatto dal male e dal bene, alla fine siamo noi che decidiamo da che parte stare!»

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Il Gazzettino