I regali avvelenati del primo Boxing Day del calcio scuotono le coscienze e pretendono risposte. Ma sul come reagire alla violenza e agli episodi di discriminazione nello sport...
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L'affondo del vicepremier ha come destinatario il giudice sportivo - che ha chiuso per due giornate lo stadio dell'Inter e per un'altra la sola curva dopo gli ululati razzisti a Koulibaly - e solleva la reazione delle opposizioni, con gli ex premier Matteo Renzi e Paolo Gentiloni a ricordare che Salvini «solo dieci giorni fa omaggiava ultrà e abbracciava pregiudicati». Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiede invece «un segnale di cesura forte, con una pausa nelle manifestazioni sportive». Il premier ha puntato il dito sui cori razzisti: «Sono discriminatori, inaccettabili. Servirebbe una severa sanzione».
Anche su questo argomento fa un distinguo Salvini, secondo il quale «il coro 'Vesuvio lavali col fuocò vale 'Milano in fiammè» e «ci sono anche giocatori bianchi che vengono fischiati e sono oggetti di cori. Non metterei tutto nello stesso calderone». Se ne parlerà al Viminale nel tavolo «Stadi sicuri», cui stanno lavorando lo stesso Salvini e il sottosegretario Roberto Giorgetti: «Convocheremo società, tifoserie - quelle organizzate, pulite e tranquille -, arbitri per ragionare su come portare pulizia e tranquillità nei campi», chiarisce il ministro, che in quella sede proporrà anche che «certe partite non si giochino più in notturna». Un tema caldo però, dato che andrebbe a incidere sui palinsesti del maggior finanziatore del sistema-calcio, le emittenti tv. «Il ministro dell'Interno ha il dovere di prendere un'iniziativa - commenta l'ex premier Renzi - ma deve recuperare credibilità.
I cori razzisti fanno schifo sempre e Salvini dovrebbe ricordarlo visto che qualche anno fa quei cori li intonava lui, contro i napoletani». «Concordiamo con le misure annunciate da Salvini ma riteniamo inconcepibile che derubrichi a semplici sfottò i buu rivolti a Koulibaly e gli incitamenti alle eruzioni del Vesuvio», dice l'esponente di FI Jole Santelli.
Il Gazzettino