Maria Sharapova sarà anche la più bella del reame (tennistico), ma sicuramente non è la più simpatica o amata. Anzi. La trentenne russa, a poco...
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ATTESA AL VARCO
Certo è che il suo imminente ritorno sta sollevando molte polemiche. Soprattutto fanno discutere le tante wild card in arrivo che le consentiranno di poter svolgere una programmazione da top player: sarà a Stoccarda, Madrid e Roma, mentre per il Roland Garros sembra essersi aperto uno spiraglio. Dopo le dichiarazioni del nuovo presidente della federtennis francese Bernard Giudicelli, che si era detto contrario alla concessione di una wild card, c’è stato un incontro che sembra aver avvicinato le posizioni. Più netto il no di Andy Murray, che ha sollevato forti perplessità su una eventuale wild card a Wimbledon. Lo stesso spogliatoio WTA non sta vivendo con serenità la vicenda. La n.1 Angelique Kerber ha definito «molto strana» la decisione di assegnare la wild card alla russa a Stoccarda perché il torneo comincerà il 24 aprile, due giorni prima della fine della squalifica di Masha. Per permetterle di giocare gli organizzatori la faranno esordire mercoledì 26 aprile.
LE REGOLE SONO CON MASHA
Non vede l’ora la WTA, come più volte dichiarato dal CEO Steve Simon. Il circuito femminile fatica a trovare una degna rivale di Serena Williams, che veleggia ormai verso le 36 primavere. E comunque il regolamento è dalla parte della Sharapova. In realtà non si potrebbe ottenere più di sei wild card all’anno per i tornei WTA e gli Slam, di cui soltanto tre per i tabelloni principali. Tuttavia c’è un articolo dell’enorme Rulebook WTA di quasi 500 pagine che sottolinea come a una giocatrice in passato vincitrice di un Major o del Masters può essere concesso un numero illimitato di wild card: appunto il caso della russa. C’è chi discute l’aspetto etico, come ad esempio Murray: «Perché aiutare chi ha infranto le regole?», ha sottolineato lo scozzese. Una posizione che sa di falso moralismo e va contro il buon senso. Innanzitutto non esistono norme che vietano o limitano i possibili inviti per chi esce da una squalifica per doping. E poi molti sembrano dimenticare che la Sharapova non compare più nella classifica mondiale non raggiungendo la quota minima di tre tornei giocati nelle precedenti 52 settimane. Se nessuno le concedesse una wild card non potrebbe giocare neppure i tornei minori, compresi i 10mila dollari, ovvero il gradino più basso. Come potrebbe rientrare? Tanto valeva allora squalificarla a vita. Oppure darle l’ergastolo. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino