Mourinho, segnale ai Friedkin: «Giugno è tardi parlare del mio futuro alla Roma». Su Karsdorp: «Ho esagerato»

Lo Special One: «La partita più importante è quella di domani, il Verona non conta. Abraham gioca»

José Mourinho non farà turnover contro il Salisburgo. Il tecnico annuncia al massimo un paio di cambi in vista di una gara che sarà determinate per il...

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José Mourinho non farà turnover contro il Salisburgo. Il tecnico annuncia al massimo un paio di cambi in vista di una gara che sarà determinate per il passaggio del turno: «Il nostro obiettivo non è perdere 2-0, non pensiamo più lontano di questo. Siamo ancora 24 squadre, la fine è lontanissima. C’è la possibilità di schierare la stessa formazione di Lecce, se facciamo cambi saranno uno o due». Poi sul futuro spiega: «Incontro a fine stagione? Tu (dice rivolgendosi al giornalista di Sky, ndr) stai già partendo dal principio che la proprietà mi troverà solo alla fine della stagione. Siamo a metà febbraio, secondo te la proprietà vuole parlare con me a giugno, perché finisce a giugno il campionato? Sinceramente mi sembra un po' tardi. Io non mi aspetto nulla, loro sanno cosa possono aspettarsi da me. Questo lo sanno».

Ecco la conferenza stampa integrale. 

 

Cosa si ricorda delle sue esperienze passate?

La prima volta abbiamo perso, siamo stati eliminati ed esonerati. i ricordi sono benne e anche brutti. La seconda volta fantastico, un premio bello e importante. Sono stato con la famiglia in una città che non bisogna commentare. Troppo bella.

 

Che squadra è il Salisburgo?

«Il loro atteggiamento e filosofia di gioco non mi sembra ci siano club in serie A con un profilo simile. Abbiamo fatto la nostra analisi, ma non sappiamo mai il piano di gioco della squadra. Abbiamo visto tutto nel campionato austriaco e le partite di Champions sono una buona referenza. Il loro girone non è stato facile, anzi il contrario. La forza di questa squadra è la qualità dei giocatori. Per trovare giocatori giovani e bravi non c’è bisogno di cercare tanto, basta guardare il Red Bull Salisburgo. L’età non è sinonimo di poca esperienza, ci sono ragazzi di 21/22 anni che hanno già giocato 20 partite in Champions. Hanno un’ottima qualità». 

 

 

La Roma è in corsa su due obiettivi importanti, per la Roma è più importante domani o quella con il Verona?

«La prossima. È sempre la prossima. Sapevate già la risposta». 

C’è la possibilità domani di vedere la stessa formazione vista nelle ultime due partite? Come approccia la Roma a questa competizione? Il Salisburgo è uno squalo? La Roma può competere per vincere l’Europa League?

«Quando ho parlato di squali intendevo squadre fatte per vincere la Champions e sono in Europa League. Barcellona, Manchester United, Juventus sono squadra per vincere la Champions. Lo stesso peso che sentivamo noi quando eravamo in Conference League, quando avevamo prestigio e potere. Adesso sono loro, il Salisburgo non è fatta per vincere la Champions, ma per competere, lo ha fatto bene, è finito terzo. Solo con il Milan ha perso male, contro le altre non è andata così male. Il nostro obiettivo è vincere domani. Il nostro obiettivo non è perdere 2-0, non pensiamo più lontano di questo. Siamo ancora 24 squadre, la fine è lontanissima. C’è la possibilità di schierare la stessa formazione di Lecce, se facciamo cambi saranno uno o due». 

 

 

Può far riposare Abraham? A che punto è il recupero di Wijnaldum?

«Gini domani non giocherà titolare. Vedremo partita dopo partita, magari la gara gli darà la possibilità di giocare qualche minuto come è accaduto a Lecce. Allenarsi è bellissimo senza dubbi, anche i dati di lavoro sono positivi. Ma un’altra cosa è il ritmo partita che prendi in campo. Ogni partita nostra si gioca fino all’ultimo minuto. Non siamo capaci di fare risultato al minuto 25. Mancano ancora tante partite e sicuramente arriverà il suo momento. Abraham? Gioca».

Qual è la situazione con Karsdorp?

«È la prima volta che è convocato perché non era in condizioni fisiche per essere convocato prima. È da dicembre che tra noi non c’è più nessun problema. Il problema è nato a Sassuolo, lui è entrato male e poi c’è stato un aggettivo mio troppo pesante. Per voi sembrava tutto finito, ma al di là di quel giorno abbiamo avuto un rapporto positivo. Ci sono state tante bugie, non dei giornalisti, ma di gente che ha parlato senza sapere cosa succedeva tra noi. È una possibilità in più, non abbiamo tante opzioni e averlo per giocare vuol di dire che Zalewski non deve mettersi a destra o El Shaarawy quinto. Lui dice che vuole giocare nella Roma, aiutare i compagni e la squadra, e questo è importantissimo. Rick è stato sempre un giocatore ben voluto e sono contento che torni». 

 

 

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Il Gazzettino