Dalla Fao, perchè anche il rugby lotta contro la fame nel mondo, al Colosseo e all'Olimpico per passare poi all'entusiasmo delle centinaia di bambini della Capitolina e...
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Una coppa che è passata per le mani non solo dei grandi assi della palla ovale, ma anche di Nelson Mandela e della regiona Elisabetta.
È la prima volta che il trofeo viene mostrato in tutto il mondo, toccando 15 Paesi in 12 mesi per pubblicizzare i Mondiali che si disputeranno a settembre in Inghilterra e Galles, e che sono come il terzo evento sportivo più seguito in assoluto dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio.
E così, nell'ambito del 'Rugby World Cup Trophy Tour', realizzato in collaborazione con Land Rover e Dhl, dopo Giappone, Australia, Fiji, Madagascar, Sudafrica, Argentina, Uruguay, Usa, Emirati Arabi e Cina, il trofeo è giunto nella capitale, salutato serata in una cerimonia svoltasi al Museo Maxxi, alla presenza dell'ambasciatore britannico in Italia, Christopher Prentice, del presidente della Fondazione Maxxi Giovanna Melandri, dell'ex pilone dell'Italrugby Andrea Lo Cicero e dal campione del mondo di motocross, Tony Cairoli. «Abbiamo già avuto l'onore di ospitare qui il progetto inglese per l'Expo alla presenza del Principe Harry e oggi ospitiamo la tappa di questa meravigliosa coppa - ha ricordato la Melandri -. C'è un altro fatto che lega questo luogo al rugby: il Sei Nazioni era ospitato dal Flaminio, nostro vicino di casa, disegnato da un grande architetto, Pier Luigi Nervi, di cui il Museo ha l'onore di avere la collezione dell'archivio storico». «Ancora una volta la magnifica struttura del museo Maxxi funge da ponte tra Italia e Regno Unito - ha detto invece l'ambasciatore Prentice -. La location in cui ci troviamo è significativa: siamo infatti a pochi passi dallo Stadio Flaminio, che è stato la culla del rugby italiano, e dall'attuale tempio del rugby italiano, lo Stadio Olimpico. È per me un grande piacere partecipare ad un'occasione in cui posso toccare con un dito il premio più ambito nel mondo del Rugby». Prentice ne ha approfittato quindi per fare il suo in bocca al lupo alla Nazionale azzurra nel Sei Nazioni ormai prossimo all'avvio: «tiferò Italia tranne che in una partita».
Prima dell'epilogo al Maxi, la Coppa, scortata dal veterano azzurro Andrea Lo Cicero e dal campione di motocross Tony Cairoli, otto volte iridato, era stata portata alla Fao, allo stadio Olimpico, al Colosseo, a Fonta di Trevi e all'Unione rugby capitolina, dove è stata circondata dall'entusiasmo dei bambini del vivaio della società capitolina guidata dal presidente Giorgio Vaccaro.. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino