L'Italia U20 del rugby raggiunge le vittorie della maggiore (12) e chiede spazio

Dewi Passarella dell'Italia under 20 sfugge a un placcaggio di un giocatore scozzese
ROVIGO - Il 4° turno dei Sei Nazioni segna un dato storico per l’ Italia del rugby. La Nazionale under 20 raggiunge lo stesso numero di vittorie della maggiore...

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ROVIGO - Il 4° turno dei Sei Nazioni segna un dato storico per l’ Italia del rugby. La Nazionale under 20 raggiunge lo stesso numero di vittorie della maggiore nell’arco di 23 edizioni del torneo. Entrambe ora sono a quota 12 successi e un pari, rispetto a 101 sconfitte i grandi e 99 i giovani (l’edizione 2020 non è stata completata per il Covid). L’ Italia maggiore ha battuto 7 volte la Scozia, 2 la Francia e il Galles, una l’Irlanda e ha pareggiato con i gallesi. L’ Italia under 20 ha battuto 8 volte la Scozia, 3 il Galles, una l’Inghilterra e ha pareggiato con l’Irlanda.


Opposto il cammino. I giovani hanno collezionato 7 cucchiai di legno consecutivi dal 2000 (quando il torneo era under 21), poi sono cresciuti e da 5 edizioni (2018) vincono almeno una partita. I grandi invece dal 2016 hanno collezionato 6 cucchiai di legno e il settimo è un passo, quindi sono calati.

Se l’ Italia under 20 se vincerà venerdì in Galles centrerà il miglior risultato di sempre: 3 successi in un’edizione (con 2 ha già eguagliato il record 2007 e 2018) e possibile 3° posto dietro a Irlanda e Francia. Una sfilza di dati che suscitano una riflessione e la messa in discussione di una strategia nella Federugby.

RIFLESSIONE E STRATEGIA
1) La riflessione. L’equivalenza che la Fir ha spacciato per anni, crescita dell’ under 20 uguale crescita della maggiore è sbagliata. Altrimenti con i migliori risultati giovanili ottenuti dal 2007 in poi (nascita della prima accademia federale e cambio d’età) ora l’ Italia maggiore non perderebbe da 36 partite consecutive. L’altra mistificazione è collegata alla profondità del bacino d’utenza e della rosa dei giocatori per rendere competitiva la squadra. Altrimenti la nazionale dei big non si troverebbe a giocare con titolari Marin e Menoncello, under 20 necessari anche al Benetton come Pani e Garbisi II. Avrebbe una generazione sostitutiva a quella dei Parisse. Non vivrebbe il ricambio perenne degli ultimi anni. Vuol dire che la politica federale fatta fin qui non è stata efficace.

2) La strategia. Per l’attuale Sei Nazioni, e da valutare i prossimi, vale la pena ricalibrare gli obiettivi del settore alto livello guidato da Franco Smith e Kieran Crowley. Se l’ Italia under 20 può ambire a importanti risultati negati alla maggiore aiutiamola a raggiungerli. Ad esempio dandole Marin per l’impegno in Galles. Se in Irlanda la squadra allenata da Massimo Brunello avesse avuto Marin (Menoncello è infortunato), Pani e Garbisi II a disposizione subito invece che dopo l’impegno col Benetton a Glasgow, Ortombina riposato e non usato nel Top 10 forse avrebbe vinto invece che perso. Ora potrebbe giocarsi addirittura la vittoria nel torneo, dopo aver battuto per la prima volta gli inglesi.

L’ Italia ha bisogno come il pane di vittorie per conquistarsi il rispetto sul campo. Punti sulla squadra più adatta a ottenerle adesso, non chissà quando, e coordini meglio le nazionali, che ci risulta non abbiano grande dialogo. In attesa che la riforma della formazione e dell’alto livello iniziata dalla nuova governance della Fir dia i suoi frutti. Si spera.
 

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Il Gazzettino