Dondi a Gavazzi: "Non ho lasciato una perdita di due milioni nel bilancio Fir"

Il presidente della Federazione italiana rugby Alfredo Gavazzi
PARMA. Vigilia del 22° Sei Nazioni (sabato Italia-Francia) e delle elezioni per Federazione italiana rugby (il 13 marzo). L’ex presidente Giancarlo Dondi ha governata la...

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PARMA. Vigilia del 22° Sei Nazioni (sabato Italia-Francia) e delle elezioni per Federazione italiana rugby (il 13 marzo). L’ex presidente Giancarlo Dondi ha governata la Fir per 16 anni e ha portato formalmente l’Italia nel torneo. Fa il punto sui due temi con una premessa, tipica del suo stile: «Nessun intento polemico e un caloroso in bocca al lupo alla Nazionale».


Cominciamo da qui: che Italia affronta il torneo?
«Una Nazionale giovane, che ha bisogno di ottenere un risultato eclatante per il morale».
Ritiene possibile centralo?
«Abbiamo un inizio cruento contro Francia e Inghilterra, le due favorite. Poi vengono le gare più alla portata. Se le giochiamo al massimo una o due forse le possiamo vincere».
Dal 2015 sono 27 le sconfitte consecutive nel torneo, un record negativo tremendo.
«Gli altri hanno fatto passi avanti che noi purtroppo non siamo riusciti a compiere».
Fossero capitate a lei? Nella sua gestione si è fermato a 14.
«Sarei intervenuto. Io sono sempre stato un intervista. Non bisogna lasciare andare le cose per la stessa strada quando vanno male, ma dare una svolta Quando l’ho fatto sono stato anche fortunato, mi è andata bene. Ma ognuno la pensa a modo suo».
Elezioni Fir: 7 candidati alla presidenza diventati 6, Gianni Amore è confluito con Giovani Poggiali; 3 di maggioranza e 3 dell’opposizione.
«Uno scenario completamente nuovo rispetto al passato. Il brutto è che riflette un movimento spaccato, fiaccato forse anche dal Covid, dove viene a mancare l’entusiasmo. Perciò la responsabilità delle società al voto sarà ancora più grave».
Un pronostico?
«Non è facile capire oggi chi possa spuntarla. Bisogna vedere se altre liste si compatteranno».
Chi governerà la Fir avrà circa 45 milioni di euro in più grazie alle quote comprate dal fondo d’investimento Cvc.
«Le risorse stabilite con l’ingresso di Cvc nel Pro 14 e quelle previste con l’ingresso nel Sei Nazioni sono il nostro Recovery Fund. Bisogna pensare a investirle bene. Siamo nel grande rugby. Abbiamo le risorse che un tempo non c’erano. Vanno usate nel modo migliore».
Alfredo Gavazzi, presidente ricandidato, le è succeduto a settembre 2012. Afferma pubblicamente di aver trovato all’inizio un perdita di 2 milioni di euro nel bilancio federale.
«Non so perché dopo 8 anni tiri fuori questa storia. Non merita neanche una risposta. Ci sono i bilanci a parlare (140mila euro di utile il consuntivo 2011, ndr) Anche il consuntivo 2012, nonostante l’impennata di spese fatte nell’ultimo quadrimestre rispetto al preventivo, ha chiuso in utile (163mila euro, ndr)».
A dicembre l’Italia è uscita dal direttivo di Rugby Europe, prima era stata esclusa anche da quello di World Rugby.

«Ci sono rimasto male. Per me l’ex Fira è stata la culla dove crescere fino alla vice presidenza con Bernard Lapasset. Non capisco come oggi possano esserci nel suo direttivo federazioni come la Croazia o la Svizzera e l’Italia membro fondatore no».
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Il Gazzettino