«Progetto unitario dei 9 club per migliorare il campionato di rugby». Parla Manghi coordinatore della Serie A Elite

I nove capitani della serie A Elite di rugby
BOLOGNA - «Visto l’entusiasmo di tutti ho accettato l’incarico. Fino a giugno sarò il coordinatore e portavoce delle nove società di serie A Elite...

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BOLOGNA - «Visto l’entusiasmo di tutti ho accettato l’incarico. Fino a giugno sarò il coordinatore e portavoce delle nove società di serie A Elite di rugby. Poi se nascerà un bel progetto posso pensare anche di continuare. Ringrazio chi mi ha dato grande fiducia e questa opportunità».

Le parole sono di Roberto Manghi, 65 anni, da 47 impegnato ininterrottamente a vario titolo nel campionato italiano. «Ho iniziato nel 1977 da pilone del Parma, poi da allenatore o dirigente di fatto non ho mai smesso di occuparmene» racconta. Sono le prime dichiarazioni da coordinatore dei nove club. Vengono dopo la riunione di ieri a Bologna, la prima operativa del coordinamento, la cosa più simile alla lega da quando nel 2009 la sua ultima versione (la Lire) è stata fatta morire. Il progetto comune, insomma, è partito. Cercherà di fare, finanziandosi di tasca propria, quanto il direttore del campionato incaricato dalla Fir Marco Aloi, pagato con gli 8.000 euro di contributi federali prelevati a ogni club, non è riuscito a fare in questo anno abbondante. Di certo non solo per colpa sua. Ma nel corso di questo anno, pur lavorando alacremente, sui campi e nei 9 club si è visto poco o nulla.

IL DOCUMENTO
«Il prossimo passo - continua Manghi - è raccogliere le progettualità e le esigenze diverse dei 9 club e farne sintesi per sottoporre alla federazione la nostra proposta unitaria per l’organizzazione e il miglioramento del massimo campionato italiano. Il motto con il quale intendo svolgere il mio ruolo è: più uniti si può far tutto, divisi non si può fare niente».

Alla riunione, come alla precedente, erano presenti i vertici di tutte le società: il presidente Francesco Zambelli e il club manager Andrea Trombini della FemiCz Rovigo; Munari (Petrarca), Prampolini (Valorugby), Cantoni e Romagnoli (Colorno), Gamboa e Arletti (Viadana), Fulgoni e Pattarini (Lyons), Rampazzo e Fantelli (Vicenza), Gaudiello (Fiamme Oro), Brunetta e un altro dirigente (Mogliano).

La proposta unitaria alla federazione sarà formalizza entro fine febbraio-inizio marzo. Sui contenuti circolano le indiscrezioni emerse anche dai precedenti incontri di questo “embrione” di lega dei club. Bloccare le retrocessioni riportando il campionato a dieci squadre con la promozione della vincitrice della serie A. Trovare un’intesa sui permit-player federali o delle due squadre di Urc. Avere una stagione regolare meno “irregolare” a causa delle troppe soste. Valutare il ripristino della Coppa Italia o trovare il modo di rendere appetibile l’ Elite Cup lanciata quest’anno al suo posto dalla Fir rivelatasi un fallimento (solo 5 società iscritte e l’inizio delle partite rinviato).

Il presidente federale Marzio Innocenti alla lettera inviata dopo il precedente incontro del coordinamento ha risposto fissando tre paletti: 1) Adesione e collaborazione al progetto formativo della Fir; 2) Rispetto dei criteri e licenze per la partecipazione alla Serie A Elite già approvati; 3) Partecipazione alla manifestazione collaterale al campionato, riservata a giocatori Under 23. Il confronto ora è aperto.
 

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Il Gazzettino