La provocazione del rugby: un murale allo stadio per dire ogni giorno no al razzismo

Il murale provocatorio contro il razzismo realizzato sul muro degli spogliatoi allo stadio "Battaglini" di Rovigo
ROVIGO - Razzismo? Il rugby dice no, grazie. A questa parola, e a tutte le sue conseguenze, fa “plin plin” sopra. ...

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ROVIGO - Razzismo? Il rugby dice no, grazie. A questa parola, e a tutte le sue conseguenze, fa “plin plin” sopra.

È il messaggio tra il guascone e il provocatorio, stile “Simpatiche canaglie” delle comiche, che da oggi si trovano davanti tutti coloro che entrano al “Battaglini” dall’ingresso dei giocatori. Il primo stadio italiano (probabilmente non solo di rugby) ad aver scelto di lanciare dai propri muri un messaggio forte, ironico e permanente antirazzista.

Lo fa attraverso un murale, tipica espressione dell’arte di strada, che riproduce a grandezza naturale la fotografia di novembre del calendario 2020 della FemiCz Rovigo. Un calendario dove ogni mese lancia un messaggio sociale attraverso gli scatti con i campioni rossoblù: contro la violenza alle donne, il bullismo, l’abbandono degli animali, eccetera. A ogni foto è abbinato un aforisma. Quello antirazzista è di Petronio, scrittore romano del primo secolo dopo Cristo. Dice: “Il sole splende per tutti”. Più chiaro di così.

La foto del calendario in cui sei giocatori rossoblù fanno pipì addosso al muro con scritto “Racism” è diventato un murale per “Wallabe”. Il festival di “street art” in corso a Rovigo, ideato da Federica Sansoni. Il festival con i suoi murales sta regalando un nuovo arredo urbano a impianti sportivi, scuole e altri edifici del quartiere Commenda.

L’opera sul muro degli spogliatoi del “Battaglini” è stata realizzata tra venerdì e sabato da un gruppo di studenti delle classi quarte e quinte dell’indirizzo artistico del liceo “Celio Roccati”. Sotto gli occhi di curiosi che si fermavano a chiedere e fare foto. A guidarli un ex allievo ora divenuto un “artista di strada” di fama, Luca Vallese. Nome d’arte “Zentequerente”. «Era da quando ero studente io che i ragazzi non uscivano da scuola a disegnare murales per la città - racconta Vallese - Allora, era il 1996, lo avevamo realizzato sull’acquedotto».


Il murale è stato completato con un resina e prodotti anti smog per migliorarne la conservazione. Secondo gli addetti ai lavori dovrebbe durare almeno una decina d’anni. Dipenderà da pioggia, sole e altre intemperie. Fino ad allora, ma anche dopo se verrà rinfrescato, insegnerà con le sue “simpatiche canaglie” rossoblù a chi passa dal “Battaglini” che le mete si segnano anche senza pallone in mano. E quanto riguardano temi così importanti valgono doppio. Un altro primato nel rugby (e non solo) di Rovigo, città in mischia.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino