Crowley: «I club di rugby inglesi per i soldi preferiscono non far giocare Varney e gli altri italiani»

Kieran Crowley esce dal campo dopo una partita dell'Italia del rugby
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TREVISO - L’Italia del rugby si appresta ad affrontare il suo 23° torneo Sei nazioni con l’ottavo commissario tecnico straniero. Kieran Crowley, 60 anni, neozelandese come Johnstone e Kirwan, ex allenatore di Canada e Benetton, farà meglio o peggio dei predecessori? Per ora doveva parlare italiano, come auspicato dal presidente della Fir Marzio Innocenti quando l’ha presentato a Venezia, ma non l’ha ancora fatto. Vedremo se sul campo se la caverà meglio che con la lingua. Questo è l’approccio al suo primo torneo in azzurro e il commento alle convocazioni: 33 giocatori di cui 23 del Treviso.


L’obiettivo dell’Italia, dopo 6 Cucchiai di legno consecutivi?

«Migliorare in due aree deficitarie dell’edizione 2021 - spiega Crowley - La difesa, dove abbiamo concesso il maggior numero di mete e punti. La disciplina, per la quale svolgeremo allenamenti specifici con gli arbitri».


Sei debuttanti e diversi giovani. Scelte proiettate al Mondiale 2023 e al futuro?

«Sono pensate per il futuro, ma anche per l’oggi, per fare il miglior torneo possibile»

Ha scelto così pochi giocatori (5) delle Zebre?

«Hanno giocato solo due match in due mesi, più lo stop per la trasferta sudafricana. I loro giovani promettenti non hanno potuto mettersi in luce. E al Sei Nazioni servono atleti con minuti giocati ed esperienza superiori».

Canna e Bigi l’esperienza ce l’hanno, ma li ha esclusi.

«Ho parlato con entrambi dicendo cosa mi aspetto da loro. La porta per future convocazioni è aperta».

Anche per il “monumento” Sergio Parisse e il match d’addio annunciato da due anni?

«Ho parlato con lui 10 giorni fa. Si è infortunato a novembre e ha giocato solo 50’ in 3 mesi. Se nelle prossime 4 settimane giocherà per il Tolone sarà considerato per la seconda parte del torneo».

Le assenze di Minozzi, Allan e del nuovo oriundo Capuozzo?

«Per infortuni anche loro hanno poco minutaggio».

Varney però l’ha chiamato, pur giocando poco.

«Negli ultimi tempi al Gloucester ha disputato 2 match di Premiership e 2 nella competizione minore. Dovrebbe giocare di più, ma non abbiamo il controllo sui club inglesi. Preferiscono usare giocatori locali per avere i contributi dalla federazione. È lo stesso problema di Fuser, o di Minozzi nella convocazione di novembre».

Nel bilancio dei test ha parlato di 6-7 giocatori stranieri equiparabili che sta monitorando.

«Continuo ad avere contatti con loro. Ma selezionerò solo stranieri che possono fare la differenza. Alcuni non li ho scelti per le prestazioni fatte. Altri sono in scadenza di contratto, in posizione instabile nei loro club e una selezione azzurra avrebbe potuto compromettere la situazione. Altri hanno più opzioni di carriera internazionale e non mi hanno ancora dato una risposta».

Menoncello e Marin verranno dati all’Italia under 20, se non giocano?

«La scelta è stata fatta con direttore dell’alto livello Smith. Per ora l’intenzione è fare respirare loro l’aria della Nazionale maggiore».
I

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Il Gazzettino