La favola di McKinley, rugbista azzurro senza un occhio, diventa un film

Ian McKinley all'ingresso in campo con la maglia del Benetton Treviso, è la locandina del documentario "Look beyond"
Treviso - La storia di Ian McKinley, il numero dieci della Benetton Rugby divenuto il primo atleta monocolo nella storia del rugby internazionale con la maglia...

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Treviso - La storia di Ian McKinley, il numero dieci della Benetton Rugby divenuto il primo atleta monocolo nella storia del rugby internazionale con la maglia dell’Italia, diventa un film.


“Look Beyond”, di Aurora Production, è il documentario sull’apertura irlandese dell’Italia disponibile per tutti gli utenti italiani da oggi in esclusiva Amazon Prime dopo essere stato distribuito all’inizio del mese in Irlanda e nel Regno Unito.  Dal ritiro precoce dopo la perdita dell’occhio per un incidente di gioco, passando per il rientro in campo a Udine, dove si era trasferito da Dublino per allenare, sino al debutto internazionale con l’Italia nel novembre 2017, nella vittoria contro le Fiji al “Massimino” di Catania, il documentario racconta l'incredibile carriera di McKinley.

Ian era quel che si dice un astro nascente all’apertura nel Leinster. Poi un trauma di gioco (una tacchettata) gli ha causato progressivamente la perdita dell’occhio sinistro e stroncato la carriera. Ma in Italia è rinato come persona e come giocatore. Grazie a una maschera protettiva appositamente costruita per lui, è tornato a giocare scalando tutti i livelli del rugby fino al Pro14 con il Benetton, fino alla nazionale azzurra, fino al Sei Nazioni, il torneo nel quale il 23 febbraio 2019 all'Olimpico di Roma ha sfidato per la seconda volta l'Irlanda, la nazionale del suo Paese d'origine.


«Credo di avere superato le varie emozioni che hanno accompagnato la mia incredibile vicenda - raccontava allora ad Antonio Liviero del "Gazzettino" - La storia del ragazzo con un occhio solo che voleva tornare a giocare a rugby ed è arrivato a sfidare la nazionale del suo paese di origine, che aveva lasciato per rinascere, si è conclusa. All’inizio di novembre a Chicago ho affrontato per la prima volta l’Irlanda. Purtroppo non è andata bene perché abbiamo preso una severa lezione. Ma il ghiaccio è rotto. Ora ho definitivamente voltato pagina. Sono in Italia da 7 anni, indosso con orgoglio la maglia azzurra e del Benetton, mi sento italiano a tutti gli effetti e non penso ad altro». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino