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ROMA - Roberto Mancini arriva all’Olimpico alle 11.45. Rilassato, elegante nella divisa azzurra, siede nella sala-stampa dello stadio accanto a Leonardo Bonucci, il capitano della Nazionale, e al medico della Nazionale, Andrea Ferretti. Qui allo stadio c’è anche il presidente Gabriele Gravina. Domani, del resto, contro la Svizzera si gioca «la partita più importante dell’anno»: il treno della qualificazione al Mondiale in Qatar domani transita per Roma. Non è già un playoff (e francamente speriamo pure che non serva); non è più una semplice partita del girone.
L’Italia è pronta, anche se la vigilia è macchiata (e distratta) dalle polemiche intrecciate agli infortuni.
Della formazione molto è chiaro, tanto è inevitabile, poco è avvolto nel dubbio: tipo l’attacco. Dal momento che Immobile è infortunato, Belotti potrebbe giocare da titolare in avanti con Chiesa e Insigne al fianco. «Gallo sta bene, sta bene, non penso che potrà giocare tutta la partita ma se riesce a fare qualche gol prima dei 60 minuti sarebbe meglio...», sorride Mancini, prima di risalire sul pulmino colorato d’azzurro che, sotto la pioggerellina, si perde nel traffico romano.
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