San Antonio vince la 14a gara di fila, Philadelphia perde per la 25a volta consecutiva ed è ad un passo dal record più umiliante della storia Nba. Gli Spurs (54-16) dominano...
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Philadelphia (15-56), che chiude con 6 uomini in doppia cifra, è già k.o. all'intervallo, visto che arriva a metà gara sotto di 16 punti. I Sixers vanno al tappeto e si preparano ad entrare negli annali della National Basketball Association. Se giovedì perderanno a Houston, centreranno il 26° k.o. consecutivo eguagliando la serie nera dei Cleveland Cavaliers edizione 2010-2011. »Non ci interessa la striscia, noi pensiamo solo ad andare in campo per dare il massimo e vincere una partita«, dice Michael Carter-Williams, autore di 17 punti e top scorer della squadra con Thaddeus Young.
Nel ricco programma della serata, scendono in campo entrambe le corazzate della Eastern Conference. Gli Indiana Pacers (51-20), numero 1 ad Est, cadono per 89-77 sul parquet dei Chicago Bulls (40-31) che sfruttano l'ottima prova di Taj Gibson (23 punti) e Kirk Hinrich (18). I Pacers tirano con un modesto 37%, non bastano i 21 punti di Paul George e i 17 di George Hill.
I Miami Heat (48-21) battono i Portland Trail Blazers (45-26) per 93-91 e sfruttano l'occasione, avvicinandosi alla prima posizione occupata da Indiana. LeBron James domina la scena con 32 punti e con il canestro decisivo a 11«4 dalla fine. È Chris Bosh (15 punti) a far calare il sipario con la stoppata che nega a Damian Lillard i 2 punti per l'overtime. Due sono anche i punti che Gigi Datome realizza nei 107» passati in campo nel match che i suoi Detroit Pistons (26-44) si aggiudicano con un comodo 114-94 in casa degli Utah Jazz (23-48). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino