Open d'Italia, le certezze di Migliozzi. E Canonica dà ancora lezione

Prove generali della Ryder Cup al Marco Simone Golf Club a Guidonia, 16 italiani in gara

Guido Migliozzi, migliore dei 16 italiani in gara
Buona la prima, è il caso di dire. Dove “prima” sta, sì, per prima giornata dell’80° Open d’Italia di golf, ma soprattutto per prima...

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Buona la prima, è il caso di dire. Dove “prima” sta, sì, per prima giornata dell’80° Open d’Italia di golf, ma soprattutto per prima prova generale in vista della Ryder Cup di settembre. Guido Migliozzi guida la pattuglia dei 16 azzurri in gara. Anzi la riscatta in buona parte. Certo, il -2 lo colloca in una posizione abbastanza distante dalla vetta (-8), ma il risultato va analizzato, pesato e decisamente approvato con un segno positivo. In fin dei conti, siamo solo all’inizio della gara. E già nel secondo giro molte posizioni possono essere ribaltate. 


La soddisfazione di Guido


Il sorriso e la voglia di scherzare di Guido, a fine gara, spiega molte cose: «Sono molto soddisfatto – dice -. Soddisfatto del gioco e della capacità di reazione che ho avuto. Sono partito malissimo, con bogey alla 1 e alla 2, ma già alle buche 3 e 4, con due birdie, avevo rimesso le cose a posto. Mi sento bene sul campo e vi assicuro che questo è un percorso veramente difficile che si sta facendo rispettare alla grande. Il rough (l’erba alta) è punitivo e anche le modifiche che sono state apportate rendono le cose più complicate. In molti bunker sono state alzate le sponde. Se ci finisci dentro, è meglio prendere un ferro aperto e pensare solo a uscire da quella trappola». 
Grande il recupero al par 5 della 18, dopo un drive fuori linea. Il terzo colpo è finito in bunker, ma un’uscita spettacolare gli ha permesso di chiudere con un par relativamente indolore. Gli viene chiesto della velocità dei green, certamente non da mal di testa. Migliozzi sorride: «Scelta strategica per prepararci a quello che sarà il campo nei giorni della Ryder. Gli americani sono abituati a green velocissimi. Noi glieli faremo trovare più lenti…».

All'attacco

Non c’è niente da fare: il pensiero va sempre lì al grande appuntamento di settembre. Ma intanto c’è da fare bene in quest’Open d’Italia. E fare bene è il minimo dei suoi obiettivi. Il suo motto, ormai è noto, è “attaccare”. Nella seconda giornata, complice una partenza mattutina (8,20) con poco vento, troverà le condizioni ideali per passare dalle intenzioni ai fatti. Il resto della pattuglia azzurra purtroppo non ha brillato nella giornata inaugurale. Alle spalle del giovane Migliozzi, una vecchia e cara conoscenza del golf italiano, Emanuele “Peppo” Canonica, 52 anni. Il doppiaggio anagrafico, in campo non si è fatto sentire. Canonica (una prestigiosa vittoria sul Tour europeo nel 2005 a Gleneagles, in Scozia), ha chiuso il suo giro in par (due bogey, un doppio e 4 birdie). Ai suoi tempi, Canonica faceva della potenza la sua arma migliore. Era il giocatore più lungo del Tour europeo e dava metri anche ai colleghi americani, quando è andato a mettersi alla prova al di là dell’Atlantico. Qui al Marco Simone ha dato una lezione importante: nel golf, l’età è una variabile relativa e non assoluta, finché si hanno giuste motivazioni e adeguate capacità tecniche. In par anche un altro italiano, Aron Zemmer, 32 anni che cerca l’occasione giusta per mettersi finalmente in luce. Giornata in chiaroscuro per Renato Paratore: ha firmato uno score di +1, ma i segnali sono incoraggianti. È partito malissimo, con i bogey alla 1 e alla 2, ma poi si è riscattato soprattutto nel finale. Superare il taglio è l’obiettivo principale per uno che sta lottando per tornare sul Tour maggiore; poi una volta messo al sicuro il fine settimana si può pensare a scalare posizioni. Stesso discorso per il pugliese Francesco Laporta (+2). La faccia scura a fine gara raccontava la sua delusione, ma nel golf tutto può cambiare. A volte basta un bel colpo, e magari un pizzico di fortuna, per ritrovare fiducia e sorriso.

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Il Gazzettino