Da Baresi a Totti fino a Valentino Rossi, storie di incredibili recuperi-lampo

Da Baresi a Totti fino a Valentino Rossi, storie di incredibili recuperi-lampo
Quello di Sofia Goggia, che l'ha portata alla conquista della medaglia d'argento - nella notte italiana - alle Olimpiadi di Pechino, è l'ultimo...

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Quello di Sofia Goggia, che l'ha portata alla conquista della medaglia d'argento - nella notte italiana - alle Olimpiadi di Pechino, è l'ultimo dei recuperi lampo che hanno scritto le più incredibili pagine di sport. Come sottolineato dalla stessa sciatrice italiana però guai a parlare di miracolo, perché tutto ciò è frutto della voglia di crederci fino in fondo, della determinazione, dei sacrifici e ovviamente della bravura di medici e dottori.

 

 

Tanti gli esempi di campioni che sono riusciti a bruciare le tappe dopo un infortunio: il calcio italiano ne è pieno zeppo. Franco Baresi, capitano della Nazionale di calcio, si lesionò il menisco del ginocchio destro nella gara inaugurale di USA '94: subito operato, dopo 25 giorni è stoicamente in campo a guidare la squadra nella finale contro il Brasile. Sbaglierà uno dei rigori, ma a 34 anni la sua vittoria era già essere lì. Il 19 febbraio 2006 Vanigli entra in maniera scomposta sulla caviglia di Francesco Totti: frattura del perone, almeno 5 mesi di stop, convocazione ai Mondiali seriamente compromessa e addirittura rischio per la carriera. Il ct Lippi lo chiama dicendo che lo aspetterà per l'avventura il Germania: il 9 luglio, un centinaio di giorni dopo, Totti alza la Coppa del mondo a Berlino. E ancora Roberto Baggio: a 36 anni subisce la rottura del legamento crociato del ginocchio destro e lesione del menisco esterno durante una partita di Coppa Italia, passeranno solo 81 giorni prima del suo rientro in campo. 

 

 

Anche il mondo delle due ruote ha visto i propri eroi tornare in sella dopo cadute rovinose e infortuni seri: Valentino Rossi, nel 2010, al Mugello, si frattura tibia e perone della gamba destra. Un mese esatto e due interventi dopo torna a girare sulla sua Yamaha e al Sachsenring giungerà quarto: erano passati appena 41 giorni. Anche uno dei suoi tanti rivali, Jorge Lorenzo, riuscì in un'impresa simile: è il 2013 e nelle prove libere ad Assen si rompe la clavicola dopo essere stato sbalzato via dalla sua moto. Viene operato subito e due giorni dopo riesce a chiudere quinto con ancora praticamente l'effetto dell'anestesia ancora addosso.

Storia di forza di volontà, coraggio e determinazione. E no, come dice Sofia Goggia: non chiamateli miracoli.

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Il Gazzettino