Ancelotti, come previsto, corre da solo: è lui l'unico vero candidato a prendere il posto di Ventura. Le altre soluzioni sono solo di scorta, nel caso in cui la...
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TRATTATIVA AVVIATA
Il presidente della Federcalcio, puntando forte su Ancelotti, ha indirettamente inviato un messaggio anche a Malagò che martedì gli ha suggerito di dimettersi e di non limitarsi all'esonero di Ventura. La mossa di Tavecchio, contrario a lasciare, servirebbe per riaprire il dialogo con il presidente del Coni che considera Carletto il profilo ideale per la rifondazione. «Chi non lo vorrebbe allenatore della propria squadra, ma non so se è un'ipotesi realistica» ha ammesso ieri sera Malagò. Anche Uva è legato al tecnico che, dal Canada, ha dato la sua disponibilità. Ma ha subito posto una condizione: «Prima la situazione in Federcalcio deve essere chiara». Ancelotti sa bene che cosa sta accadendo in Italia: la governance del calcio è debole e soprattutto in bilico. Così preferisce aspettare prima di dire sì al dg con cui ha già lavorato nel Parma.
SUBITO DT
L'offerta della Figc è di primo piano. Il presidente federale è disposto a concedere a Carletto la qualifica di direttore tecnico, promessa inizialmente anche a Ventura e in un secondo tempo negatagli (fu accontentato con il prolungamento sino al 30 giugno del 2020). Ancelotti, insomma, avrebbe i pieni poteri nell'organizzazione della struttura tecnica. Si occuperebbe di tutte le nazionali. E in più avrebbe la possibilità di scegliere qualche figura di sua assoluta fiducia.
PUNTO DI RIFERIMENTO
La Federcalcio, per accontentarlo, cercherà di riportare in azzurro pure Maldini. All'ex capitano della Nazionale, poco convinto di lavorare con Tavecchio, potrebbe offrire la presidenza del Club Italia che fino al mondiale 2014 è stato guidato da Albertini, all'epoca vice di Abete. A Maldini interessa il programma e un ruolo operativo. Esclude di diventare semplicemente uomo immagine. È il motivo che lo ha spinto a dire no al nuovo Milan. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino