Troppe medaglie, le onorificenze “sforano”: deroga per gli eroi azzurri

L’estate più vincente che la storia dello sport italiano ricordi mobilita anche Palazzo Chigi e il Quirinale. Che, va detto, hanno seguito con grande attenzione...

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L’estate più vincente che la storia dello sport italiano ricordi mobilita anche Palazzo Chigi e il Quirinale. Che, va detto, hanno seguito con grande attenzione l’incredibile sequenza di successi aperta dalla Nazionale di calcio di Roberto Mancini e chiusa dalle ragazze della pallavolo, fresche campionesse d’Europa.

Prendete le Olimpiadi, la sequenza delle notizie era quasi scientifica: medaglia di un atleta azzurro, i complimenti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e quelli del presidente del Consiglio Mario Draghi. Con il premier che a volte riusciva a twittare in tempi più rapidi di quanto il capo dello Stato impiegasse per sentire al telefono il presidente del Coni Giovanni Malagò. Fatto sta che Mattarella, che da sempre è molto vicino al mondo dello sport, si è mobilitato immediatamente affinché tutti gli atleti autori delle imprese potessero ricevere un riconoscimento ufficiale dal Colle, un’onorificenza.

Onorificenze, deroga al tetto a disposizione del Quirinale

 


E qui sorge il problema: una legge del 2017 fissa a 3.500 il numero massimo di riconoscimenti che il presidente della Repubblica può concedere in un anno, indipendentemente dal grado dell’onorificenza stessa. Ma con uno sport così - e con un’Italia che grazie al cielo continua ad avere un ampio numero di eccellenze meritevoli di un titolo - Mattarella si è trovato di fronte al rischio di sforare la quota. Motivo per cui ieri il consiglio dei Ministri, tra gli altri provvedimenti, ha approvato una deroga al tetto massimo delle dotazioni per consentire al Quirinale di essere equo con tutti i campioni che hanno illuminato l’estate del nostro Paese. 


Quando l’Italia del calcio ha alzato a Wembley la coppa dell’Europeo nessuno immaginava ancora quello che sarebbe successo nei due mesi successivi. Il presidente della Repubblica - che aveva seguito parallelamente anche le imprese di Matteo Berrettini a Wimbledon - invitò subito al Colle il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina e tutta la truppa azzurra. Di cui il tennista romano, in prima fila anche a Wembley dopo la finale persa contro Djokovic, era ormai parte integrante. In quell’occasione - era il 16 luglio - Mattarella nominò Gravina e il ct Mancini Grandi Ufficiali, il team manager Oriali e il capo delegazione Vialli Commendatori, mentre a tutti i giocatori venne conferita l’onorificenza di Cavaliere, eccezion fatta per il capitano Chiellini, nominato Ufficiale. E siamo a 30.

Ma è a Tokyo che i numeri sono letteralmente andati in tilt. E non è un caso che il provvedimento del Cdm arrivi a pochi giorni dal 23 settembre, giorno in cui le squadre azzurre olimpica e paralimpica saliranno al Colle per la cerimonia di restituzione del Tricolore. 


Alle Olimpiadi l’Italia ha realizzato il suo nuovo record a cinque cerchi, con 40 podi (10 ori, 10 argenti e 20 bronzi). Ma le onorificenze sono molte di più, considerando le medaglia arrivate dalle staffette o dagli equipaggi in mare. Vi risparmiamo i conteggi: il totale è 66 (considerando che qualcuno di medaglie ne ha portate a casa due). Stesso discorso per le paralimpiadi dove i podi sono 69 (14, 29 e 26) ma le medaglie “numeriche” ovviamente sono molte di più.

 

E poi, dulcis in fundo, sono arrivate le 14 azzurre di Mazzanti che hanno portato l’Italvolley in trionfo a Belgrado. Numeri da capogiro anche perché tirano in ballo anche chi un’onorificenza l’ha già ricevuta, come i campioni della scherma Aldo Montano o Bebe Vio. In quel caso s’intende assegnato il titolo di grado superiore (Cavaliere, Ufficiale, Commendatore, Grande Ufficiale). E poi, attenzione, l’anno sportivo mica è finito qui. 
 

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Il Gazzettino