Marianna, il giallo continua: nessun segno di violenza sul suo corpo

MUGGIA (Ts) - Marianna Pepe, la campionessa di carabina 39enne di Muggia trovata cadavere al mattino dal figlioletto di 5 anni, non è morta a causa delle botte ricevute...

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MUGGIA (Ts) - Marianna Pepe, la campionessa di carabina 39enne di Muggia trovata cadavere al mattino dal figlioletto di 5 anni, non è morta a causa delle botte ricevute dall'ex compagno. Secondo i primi accertamenti medici, la morte improvvisa della donna, nella notte, è «conseguente a insufficienza cardiorespiratoria da edema polmonare» per «verosimile polintossicazione da diverse sostanze». È questa quindi - l'assunzione di sostanze, forse farmaci, droga o alcool - la causa della morte di Marianna, avvenuta l'8 novembre, giovedì scorso, secondo quanto ha scritto il medico legale che, tra l'altro, «non ha rilevato segni di violenza». Lo riporta una nota della Procura di Trieste che coordina le indagini e che ha già conferito l'incarico per l'autopsia, che sarà svolta mercoledì prossimo 14 novembre.


Resta quindi il giallo sulle ultime ore della donna, che la sera dell'8 novembre si era rifugiata a casa di un amico, residente come lei a Muggia, e portando con sè il figlioletto di 5 anni, perché - a quanto avrebbe riferito la persona che li ha ospitati per la notte - asseriva di essere stata nuovamente pestata dall'ex compagno davanti al figlio, e proprio per sfuggire alle botte sarebbe uscita. Ma sul corpo non c'è alcun segno di percosse.

Un procedimento per recenti episodi di maltrattamenti pende tuttavia nei confronti di Demis Corda, l'ex compagno di Marianna Pepe. Lo rende noto la Procura di Trieste, che coordina le indagini sulla morte della donna, precisando che la vittima più volte aveva denunciato l'uomo ma poi aveva aveva sempre ritirato le querele in quanto era un «bravo padre» e che, benché la relazione tra loro fosse finita, la rispettava.  Demis Corda - si legge in una nota del Procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni - era stato rinviato a giudizio per ipotesi di maltrattamenti relativi ad episodi avvenuti negli anni 2014 e 2015. Di quelli denunciati, il Gup di Trieste aveva ritenuto sussistenti solo alcuni episodi di lesione per i quali, comunque, aveva dichiarato di non doversi procedere per remissione di querela da parte della donna.

Marianna Pepe, infatti, aveva dichiarato che dopo la denuncia le violenze erano cessate e che il compagno era stato collaborativo anche nella gestione del figlio. Agli atti, però, «è pendente un ulteriore procedimento per più recenti episodi di maltrattamenti rispetto ai quali il primo ottobre 2018 la donna aveva riferito di aver ritirato le precedenti denunce e che, successivamente, vi era stato solo un episodio di violenza fisica». Una situazione apparentemente tranquilla, come indica il contatto telefonico avuto con le forze dell'ordine, il 30 ottobre scorso, che l'avevano ricontattata prima di depositare la relazione al magistrato.


L'autopsia sarà  fondamentale: «Dovrà stabilire se effettivamente le cause del decesso sono riferibili all'assunzione di sostanze esogene o ad altre cause». 
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Il Gazzettino