Gianmarco Tamberi campione del mondo del salto in alto a Budapest

Era l’unica medaglia che gli mancava. L’argento va a Harrison

Gianmarco Tamberi campione del mondo del salto in alto a Budapest
Un italiano vero. Gianmarco Tamberi è campione del mondo di salto in alto. Un’impresa straordinaria di un campione straordinario, capace di andarsi a prendere...

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Un italiano vero. Gianmarco Tamberi è campione del mondo di salto in alto. Un’impresa straordinaria di un campione straordinario, capace di andarsi a prendere l’unica medaglia che mancava alla sua collezione. Gimbo vince con la misura di 2.36, ottenuta al primo tentativo, davanti allo statunitense JuVaughn Harrison, argento, e al grande amico di Tamberi, il qatariota Barshim, stavolta solo bronzo.

E adesso, dopo un’altra prova di carattere, grinta e soprattutto tanto cuore, il marchigiano possiede anche quella. “Gimbo, Gimbo, Gimbo”. La curva italiana è impazzita. Anche l’Ungheria impazzisce ed è ammaliata per il trascinatore della gente, che non è mai stato fermo da quando è arrivato nella pedana di salto in alto fino all’ultimo salto. Si è messo persino a suonare la batteria con la band del posto. E si è inchinato al pubblico. Perché lui è così: un italiano vero, come cantava Toto Cutugno. Con le sue sfaccettature, come la mezza barba sul volto. Sì, l’ha ripresentata, Mr Halfshave. È stata spesso quella delle grandi occasioni… «Quando gareggio in Europa, come l’anno scorso, sento un’emozione fantastica. Ringrazio le persone che hanno fatto il mio tifo. Mi hanno dato energia. Mi sono sentito a casa». La pedana è la sua casa, il suo giardino. Anche se lui ha preferito far costruire un campo di pallacanestro nella sua nuova casa, dove vive insieme alla moglie Chiara.


PARTENZA FALSA
E dire che questa serata non era iniziata nel migliore dei modi: l’errore alla misura di ingresso di 2,25 metri – come anche l’amico Mutaz Essa Barshim - poteva costargli caro. E invece ha trovato la spinta per arrampicarsi sempre più in alto. Poi Gimbo non ha sbagliato più, superando agevolmente 2.29 e 2.32, prima del volo decisivo a 2.36, mentre Barshim usciva di scena a 2.33 e solo l’americano Harrison contendeva a Gimbo l’oro, ma si arrendeva al terzo errore complessivo della sua gara. Dopo le qualificazioni di domenica, in cui ha rischiato e non poco di restare clamorosamente escluso della finale, aveva tranquillizzato un po’ tutti: «Non sembra, ma sto bene. E non avrei mai accettato di sbagliare quel salto, non me lo sarei perdonato. Avevo già la testa alla finale, e allora ho fatto fatica in una qualificazione che mi ha fatto soffrire. Se fosse un esame sarei stato bocciato, questa mattinata mi ha messo dei dubbi, ma devo togliermeli dalla testa e tirare fuori tutto quello che c’è in me».


SUPER AYOMIDE
Una super Ayomide Folorunso ha centrato l’accesso alla finale dei 400 metri ostacoli. L’atleta di origini nigeriane ha divorato la pista e le barriere facendo registrare il nuovo record italiano in 53.89 (tra l’altro, prima azzurra di sempre sotto i 54”). «Sono successe cose miracolose. Ho sentito tutta la notte la canzone di una cantante nigeriana, l’ho cantata tutto oggi, al blocco mi veniva da sorridere perché avevo quella calma, volevo uscire a testa alta. Mia mamma mi ha spronata, mi ha detto in dialetto che quelle che erano venute qui non stavano `a vendere arachidi´. Ho dato tutto quello che potevo dare, se non fosse arrivata la finale non era comunque perché non ci avevo provato».

E aggiunge Ayo, come la chiamano tutti: «Avevo grande calma. Qualsiasi cosa arrivava volevo uscire a testa alta. Sono venuta qua per dare del mio meglio e ci sono riuscita. Se la finale (in programma domani alle 21:50) non fosse arrivata non doveva essere perché non ci avevo provato. C’era un bel treno davanti a me e ne ho approfittato: sono felicissima». Conta di arrivare alla finale anche Nadia Battocletti, nei 5000 metri: «Sto bene e tutti gli allenamenti sono filati lisci e credo che le nuove regole, che prevedono la qualificazione in base al piazzamento e non al tempo, si adattino meglio alle mie caratteristiche».
 

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Il Gazzettino