PADOVA/VICENZA - Una triste notizia per l’atletica italiana. Ieri, alla soglia degli 85 anni, è mancato Luigi De Rosso, marciatore che vestì per 10...
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Di De Rosso un bel ritratto lo fece qualche anno fa il bassanese Vittorio Fasolo, appassionato di atletica e "storico" del settore. Eccone qualche brano.
«Luigi, muratore per sei giorni e corridore della domenica, vorrebbe approdare alla LaneRossi, entrare in quella squadra vorrebbe dire avere anche un posto di lavoro in fabbrica, ma ancora una volta non ha gli appoggi giusti; poi il fortunato incontro col maresciallo Martinelli, la Polizia di Stato ha appena costituito a Padova la società sportiva delle Fiamme Oro e va in cerca di atleti da arruolare. Lo stipendio di poliziotto è un po’ più alto di quello del muratore; ora il ventenne De Rosso può finalmente correre ogni giorno anche se non è troppo portato per le gare in pista, è un montanaro e si esalta sugli spazi ampi e liberi, ma deve fare di necessità virtù...
Poi, quando il forte marciatore De Gaetano, rimasto solo nella specialità, chiede al comando di poter avere un compagno d’allenamento, a quasi 24 anni De Rosso affronta un’impresa ritenuta impossibile, inizia a marciare... Il 1959 è l’anno dell’esordio, alla terza gara De Rosso stupisce tutti e sigla la quinta prestazione italiana.
Il 1960 è l’anno fatidico, quello delle Olimpiadi romane; i progressi di De Rosso sono tali che in primavera viene convocato in maglia azzurra e comincia a sperare nella partecipazione olimpica; nel frattempo ha stabilito tutti i record veneti sui 10, 20 e 30 km e comincia a pensare anche ai 50 km, la gara più lunga della marcia. Ma i vertici della Federazione non si fidano troppo di quel novellino e impongono le gerarchie dell’anzianità: Pamich, Dordoni e De Gaetano sui 50 km, sulla distanza più breve il siciliano Corsaro, Serchinic e De Rosso. “Non ho potuto far altro che accettare - racconta - d’altra parte ero fin troppo felice di essere all’Olimpiade, il sogno di ogni atleta, e tutto questo era successo nel giro di un paio d’anni. Però pensavo allora e ne sono ancor più convinto adesso che sui 50 km mi sarei potuto esprimere molto meglio!”». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino