Lascia il campo per consolare l'avversaria in lacrime per l'infortunio

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MARCON - Su quella fascia stavano duellando con grinta, pur di liberarsi l'una dell'altra. L'ennesimo duello ha però fatto saltare il ginocchio della sua...

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MARCON - Su quella fascia stavano duellando con grinta, pur di liberarsi l'una dell'altra. L'ennesimo duello ha però fatto saltare il ginocchio della sua avversaria, così Chiara Tasso ha abbandonato la partita pur di confortare la rivale in lacrime. Un bel gesto di fair play quello della giovane mestrina, 16enne ala destra della Primavera del Marcon che a Vittorio Veneto, prima di tornare a giocare la sfida con l'Hellas Verona, ha voluto confortare la 15enne  Sara Chieppe.

 
La finale del torneo Rosa di Maggio che metteva in palio la possibilità di rappresentare il Veneto affrontando Inter e Sassuolo nelle finali Interregionali Under 17 di domenica 24 giugno a Milano Marittima. «Quando faccio fallo chiedo sempre scusa, non ho mai giocato per far male e avendone procurato a una ragazza come me andare a far gol era diventato l'ultimo dei miei pensieri. Con un dirigente ho accompagnato Sara in barella negli spogliatoi, ad un certo punto nonostante il dolore era lei a tenermi la mano per consolarmi, mi sono sentita in colpa per averle rovinato la partita e la sua passione. Mentre le mie compagne giocavano in 10 contro 11 lei mi diceva di stare tranquilla, tutti mi hanno detto sono cose che capitano, così dopo non so bene quanti minuti ho ripreso a giocare. Poi con Sara ci siamo sentite, purtroppo dovrà operarsi al ginocchio, le auguro di guarire in fretta».


Alla fine la Primavera del Marcon, che già aveva battuto 1-0 il Padova, l'ha spuntata sul Verona per 6-5 ai rigori. Già prima del bel gesto di Chiara Tasso la società lagunare era prima in classifica nella Coppa Disciplina di categoria, senza scordare che nella scorsa stagione la giocatrice Jenny Camilli si era distinta per fair play avendo rinunciato a un calcio di rigore che l'arbitro le aveva assegnato per un fallo inesistente. «Ora spero solo non mi inquadrino come un brutto elemento in campo ci scherza su . Onestamente non avrei mai immaginato tanto clamore, io ho fatto ciò che mi sono sentita pensando solo alla mia sfortunata avversaria, non c'era nulla di studiato ma ora sono contenta se magari ci sarà qualche attenzione in più per il calcio femminile». Uno sport comunque in ascesa visto che la Nazionale italiana ha centrato la qualificazione ai Mondiali fallita invece dagli uomini. «Io gioco da 9 anni, il calcio è una grande passione ma anche tanti sacrifici, come rinunciare al sabato sera perché il giorno dopo hai la partita o qualche trasferta lunga. Anche se tutti dicono che di calcio femminile non si vive io sogno lo stesso di arrivare un giorno in qualche squadra importante, magari una grande come la Juve, il Milan o l'Inter. Una vale l'altra perché tanto non tifo nessuna di queste al maschile».
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Il Gazzettino