La FIA conferma la regolarità dell'accordo privato con la Ferrari, ma non chiarisce nulla...

La Ferrari di Formula 1
E' una storia infinita e che si trascinerà a lungo nel corso della stagione 2020. C'è infatti una inedita puntata nella saga sulla power unit Ferrari 2019:...

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E' una storia infinita e che si trascinerà a lungo nel corso della stagione 2020. C'è infatti una inedita puntata nella saga sulla power unit Ferrari 2019: puntuale è arrivata la replica della FIA al comunicato congiunto emanato ieri da sette team rivali (cosa che raramente si è vista in F1), i quali lamentavano la mancanza di trasparenza sull'accordo privato raggiunto tra la scuderia di Maranello e la Federazione. La risposta da Parigi sottolinea che i dettagli dell'intesa con la Rossa sono rimasti riservati rispettando le normative, in base all'articolo 4 delle Regole Giuridiche e Disciplinari, e che si tratta "di uno strumento legale usato da molte autorità pubbliche e federazioni sportive nella gestione delle dispute". Soprattutto, la FIA ammette di aver effettivamente dubitato della legalità del motore montato lo scorso anno sulla SF90 e sulle vetture clienti di Haas e Alfa Romeo Racing, le altre due squadre che, per ovvie ragioni, non hanno firmato la nota assieme alle "sette sorelle".


"Le approfondite indagini effettuate durante la stagione 2019 hanno fatto sospettare che la power unit della Scuderia Ferrari potesse essere considerata non sempre operante all'interno delle regole", si legge nel comunicato FIA. "La Scuderia Ferrari si è fermamente opposta a tutti i sospetti e ha reiterato che la sua power unit fosse conforme alle regole. La FIA non era pienamente soddisfatta, ma ha deciso che ulteriori azioni non fossero necessarie, per la complessità dell'argomento e per l'impossibilità materiale di produrre prove inequivocabili". Un passaggio che in realtà spiega poco: non chiarisce se il proulsore del Cavallino fosse regolare, e non fa luce sulle aree controverse, coerentemente comunque alla riservatezza sottoscritta. Lascia semmai perplessi che la Federazione dica di aver preferito archiviare l'argomento per la sua complessità, determinata dalle sue stesse normative.


"La FIA prenderà tutte le misure necessarie per proteggere lo sport, il suo ruolo e la sua reputazione di legislatore del Mondiale di Formula 1", viene infine dichiarato. Una frase che lascia intendere un evidente fastidio nei confronti dei 7 team "dissidenti". La battaglia, oltre che tecnica, potrebbe avere un risvolto politico, considerando ad esempio le trattative per il nuovo Patto della Concordia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino