Juventus, Marchisio: «Ecco perché mi chiamano Principino. Del Piero mi trovò nel parcheggio, ma non gli dissi mai il perché»

Il centrocampista: «Grazie a Calciopoli ho avuto la fortuna di partecipare al Mondiale all'età di 23 anni»

Juventus, Marchisio: «Ecco perché mi chiamano Principino. Del Piero mi trovò nel parcheggio, ma non gli dissi mai il perché»
È ricordato come uno dei centrocampisti migliori in Italia, fin quando il fisico lo ha retto. Dotato di grande eleganza, velocità e fisicità, Claudio...

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È ricordato come uno dei centrocampisti migliori in Italia, fin quando il fisico lo ha retto. Dotato di grande eleganza, velocità e fisicità, Claudio Marchisio è stato per diversi anni uno dei migliori giocatori della Juventus. Nonostante gli ultimi anni passati in infermeria a causa dei diversi infortuni, i tifosi bianconeri lo hanno sempre amato. E proprio a loro a voluto regalare degli aneddoti sul suo passato in un'intervista a Radio Serie A con Rds. Qui ha svelato il suo passato, dal significato del soprannome, fino a quando Del Piero lo trovò nel parcheggio prima degli allenamenti complimentandosi, senza sapere però il perché.

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Sulla Juventus e sul soprannome

Claudio ha cominciato parlando di ciò che gli ha lasciato la Juve: «È stata una vita intensa, tanti successi e tante sconfitte. La società è stata fondamentale nel farmi capire come si lavora tutti insieme verso un unico obiettivo, è una cosa che i dirigenti e gli allenatori già dal settore giovanile ti inculcano». Marchisio ha poi continuato sul suo soprannome Il Principino: «A 18-19 anni diventai il Principino perché al campo ci andavo vestito elegante e Balzaretti mi diede questo soprannome, non me lo sono più tolto».

Del Piero e le notti nel parcheggio

«Il mio idolo era Del Piero e io entro alla Juventus l’anno in cui lui arrivò dal Padova. In quel periodo giocavo nel suo stesso ruolo per poi spostarmi dietro. È stata una fortuna poter giocare con lui, averlo come compagno. Il mio primo gol è arrivato su un suo assist e mi ricordo benissimo quella giornata».

Poi l'ex centrocampista ha continuato parlando di quando proprio l'ex numero 10 lo trovò un giorno nel parcheggio prima degli allenamenti complimentandosi: «È capitato qualche volta di dormire nel parcheggio del centro sportivo, ma succedeva solo quando le sere prima c’erano le feste universitarie e quindi non avrei fatto a tempo ad andare a casa e a tornare in tempo per l’allenamento; a una di quelle conobbi mia moglie. Del Piero quando mi vide nel parcheggio si complimentò per il fatto che fossi già lì e non gli dissi mia la verità».

Su Conte e Allegri

Marchisio ha proseguito poi sugli allenatori avuti, in particolare Conte e Allegri: «Con l’arrivo di Antonio è iniziato a crearsi davvero quello che è il gruppo. Il terremoto non è stato con il suo arrivo, ma con il suo modo di lavorare. Lui ha una caparbietà pazzesca, ha una capacità di dimostrare che crede in tutto quello che fa. Lo ritengo il miglior allenatore che ho avuto perchè mi ha fatto crescere davvero».

Come sostiene l'ex centrocampissta, Allegri gli ha dato tanto dal punto di vista calcistico: «Mi ha insegnato tanto. Vedeva in me la capacità di potermi muovermi in autonomia senza avere sue indicazioni. Secondo lui ero in grado in totale assenza di suo controllo di gestirmi e di impostare il gioco».

Sulla fine della carriera

Infine, Marchisio ha chiuso parlando del suo addio alla Juve: «Si è chiusa con i tempi sbagliati, ma ora mai è il passato. Voglio riconoscere alla Juventus che mi ha dato modo di poter scrivere insieme una parte importante di storia del calcio; io so di aver dato tutto».

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Il Gazzettino