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Ottanta minuti in apnea e sotto di un gol. Poi al secondo tentativo (il primo annullato giustamente per fuorigioco di Rabiot) Vlahovic pesca dal cilindro la capocciata dell’1-1 su cross di Iling. Un punto che evita la doccia fredda al debutto casalingo, ma non cancella la l’involuzione della Juve nel giro di una settimana: dalla prova di forza della Dacia Arena alle difficoltà evidenti contro il Bologna. Fischi all’intervallo e bianconeri dominati da Thiago Motta nel primo tempo. Nella ripresa timidi segnali di risveglio, ma anche l’episodio controverso del possibile rigore negato al Bologna da Di Bello, nel finale Allegri la riacciuffa anche grazie alle forze fresche dalla panchina. La Juve parte col freno a mano tirato, senza troppe idee e costantemente sovrastata nel fisico e in velocità dagli avversari. Sprazzi di vecchia Juve, dopo aver illuso a Udine. Il primo pericolo è su una conclusione di Ndoye, l’antipasto del gol rossoblù. Zirkzee elude il raddoppio di Alex Sandro che frana su Bremer, pallone a Ferguson che spiazza Perin per l’1-0.
E’ ancora il Bologna a sfiorare il gol ancora con Ferguson di sinistro, poca Juve che si vede nelle proteste per un fallo di mano di Lucumì su conclusione di Weah.
Il Gazzettino