Italrugby al Mondiale: Allan con l'Uruguay può superare la leggenda Bettarello

Tommaso Allan piazza un calcio nella vittoria dell'Italia sul Giappone a Treviso 42-21
ROVIGO -  Nella prevista scorpacciata di mete (7) contro la Namibia, in realtà va sottolineato il dato della precisione al piede nel trionfale debutto...

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ROVIGO -  Nella prevista scorpacciata di mete (7) contro la Namibia, in realtà va sottolineato il dato della precisione al piede nel trionfale debutto dell’Italia in Coppa del mondo (52-8). Tommaso Allan ha calciato fra i pali tutto, 7 trasformazioni e un piazzato, almeno un paio da difficile posizione, portandosi a un passo da una leggenda azzurra degli anni ‘70-‘80 tra i marcatori azzurri di tutti i tempi. Il rodigino Stefano Bettarello, secondo assoluto con 483 punti dietro a Diego Dominguez (983).

Allan, 30 anni, padre scozzese e madre vicentina, apertura-estremo del Perpignan, con 76 cap è l’azzurro più esperto al Mondiale. I 7 punti con la Namibia lo issano a quota 478, secondo le statistiche ufficiali della Federazione italiana rugby. Per l’esattezza 15 mete, 76 calci, 86 trasformazioni e un drop. Ora è a soli 5 punti (non 7 come scritto ieri) da Bettarello, autore in 55 presenze di 483 punti, con 7 mete (allora valevano 4), 104 calci, 46 trasformazioni e 17 drop. Contro l’Uruguay il 20 settembre Allan può superarlo e diventare il secondo miglior marcatore di sempre dell’Italia. Un traguardo statistico importane, al di là dei paragoni improponibili fra campioni e giocatori di epoche diverse. Ma quell’8 su 8 è anche un dato sostanziale importante, per il cammino della Nazionale in coppa.

L’importanza del gioco al piede e di un piazzatore sopra il 90% di realizzazione lo dimostrano proprio le carriere azzurre dei mostri sacri Dominguez e Bettarello, ma anche i drop e i piazzati di George Ford nell’eroica vittoria dell’Inghilterra sabato contro l’Argentina. Il killer instinct al piede serve per vincere le partite difficili, che contano, giocate punto a punto. Non quelle facili come contro la Namibia. Quando il pallone e la testa si faranno pesanti per la pressione Allan saprà replicare la prestazione? In passato spesso non c’è riuscito. Confidiamo che l’8 su 8 sia l’indice della sua trovata maturità come cecchino.
 

IL COMMENTO
Una prima verifica sarà proprio contro l’Uruguay, nel 2021 a Parma capace di farci soffrire e costringerci a una risicata vittoria sotto break per 17-10. E nel debutto al Mondiale altrettanto capace di mettere in difficoltà la Francia 2, uscendo sconfitto solo 27-12 negandole il bonus mete. «Sappiamo che contro l’Uruguay sarà dura - commenta Allan - È una squadra molto fisica. Nel novembre 2021 ci ha messo davvero paura. Ma la nostra squadra non è più quella del 2021. Sarà di sicuro una bella partita». Poi ci sanno le due “mission impossible” con Nuova Zelanda e Francia per sognare i quarti di finale.

Intanto Allan si dice «molto contento della mia prestazione individuale con la Namibia. Nell’ultima trasformazione in angolo sulla meta di Odogwu ero distrutto e mi sono detto: adesso mi distruggo anche il 100%. Invece è andata bene. È un aspetto importante del gioco. io provo a dare il meglio possibile».


Poi allarga la valutazione sulla prova della squadra. «Bravi gli avanti, in mischia e maul hanno fatto un gran lavoro. Da questa partita possiamo costruire. Il primo tempo non abbiamo giocato benissimo, in maniera troppo individuale, come 4 anni fa sempre con la Namibia. Però il secondo tempo ci siamo svegliati. Abbiamo iniziato ad accelerare le azioni, a fare il nostro gioco e siamo molto contenti di come abbiamo reagito. C’è tanto da migliorare, ma è stato un buon inizio».
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Il Gazzettino