Il Verona supera il Benevento nel posticipo (3-1) e raggiunge al 5° posto il Napoli, l'Inter e la Roma

Il Verona supera il Benevento nel posticipo (3-1) e raggiunge al 5° posto il Napoli, l'Inter e la Roma
Le strade del Verona (11 punti) sembrano infinite, quelle di Inzaghi finiscono dove inizia la mira storta di Insigne. Una chiave della serata, però, è anche il...

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Le strade del Verona (11 punti) sembrano infinite, quelle di Inzaghi finiscono dove inizia la mira storta di Insigne. Una chiave della serata, però, è anche il rigore chiesto da Caprari, sul 2 a 1 per l’Hellas: Sacchi lascia giocare, Caprari si farà espellere per proteste, il Verona troverà il tris con Lazovic. Sbaglia troppo, il Benevento: bene fino agli ultimi sedici metri, accelerazioni succulente, poi al «dunque» niente da fare, eccetto per Lapadula e il suo momentaneo pari ad inzio ripresa per replicare al vantaggio girmato da Barak nel 1° tempo. Juric, dal canto suo, ha un portiere che sta facendo passi da gigante, Silvestri. È anche lui uno dei segreti di un Hellas che continua a cavarsela pur tra mille problemi (out Gunter, Ruegg, Faraoni, Favilli, Cetin, Benassi). È un Verona B, dove il giovane Lovato per una volta «stecca», ma dove B anche sta per Barak, doppietta dentro una serata di grande sostanza. L’automatismo che continua a rendere pericoloso l’Hellas sono le sfuriate in fascia con cambio di gioco per la finalizzazione, come in occasione del primo gol e del terzo gol al Benevento: un automatismo che vede Kalinic inserirsi a piccoli passi (molte sponde, una traversa). Nel Benevento, fermo a quota 6, c’è un’idea chiara su come attaccare, sfruttando i piedi di Caprari, Lapadula, Insigne, però le unghie al Bentegodi si sono rivelate innocue. E i gol al passivo, adesso, sono troppi: 17, difesa più perforata di A. Il Verona, intanto, sale al 5° posto in classifica (-1 dalla zona Champions), raggiungendo il Napoli, l'Inter e la Roma.  

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Il Gazzettino