I 15 minuti di indisciplina che rischiavano di costare la finale alla Rugby Rovigo

L'azione di Chillon che ha portato alla meta della sicurezza dopo il black out causato dall'indisciplina
ROVIGO - Nove falli commessi e un cartellino giallo subito (da Stefano Sironi) nei primi 15 minuti del secondo tempo nella semifinale di ritorno, vinta 24-22 dopo il successo 16-9...

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ROVIGO - Nove falli commessi e un cartellino giallo subito (da Stefano Sironi) nei primi 15 minuti del secondo tempo nella semifinale di ritorno, vinta 24-22 dopo il successo 16-9 dell’andata. Sono i minuti nei quali la FemiCz Rovigo ha subito le tre mete. Quattordici 14 falli commessi (e 4 calci di seconda) negli altri 143 minuti della doppia semifinale contro il Valorugby. Nel corso dei quali non ha subito nessuna meta. Nel primo caso la media è di un fallo ogni 1,66 minuti, nel secondo un fallo ogni 10,21.

La spiegazione del black out (come l’ha chiamato Pippo Cadorini) avuto dal Rovigo nella torrida semifinale di domenica al “Battaglini” è in buona parte qui. Nell’indisciplina che stava per risultare fatale ai Bersaglieri. Le tre mete di Silva, Bertaccini e Mordacci li avevano virtualmente eliminati dalla corsa scudetto. Prima per il bonus mete a favore del Valorugby. Poi per la differenza punti complessiva di -2 (alla prima meta di Cadorini, 65’) e -5 (al calcio di Newton, 68’), fino alla seconda meta di Cadorini (72’) che riporta Rovigo a +2 e quella liberatoria di Ferrario (76’, più le difficili trasformazioni di Da Re) del +9.

Quei 15 minuti sono anomali nell’arco delle due semifinali. I giocatori rossoblù arrivavano in ritardo sui punti d’incontro. Erano frenetici nel contendere l’ovale. Non mantenevano la concentrazione. I motivi? Il caldo torrido che accentuava l’usura fisica e mentale di molti di loro, super utilizzo nel corso della stagione; la disperata accelerazione del Valorugby alla ricerca della qualificazione. Portando sul 19-3 a favore gli emiliani ci stavano riuscendo a centrala. Poi l’indisciplina si è capovoltae Rovigo ha rimontato con le due mete da penaltouche e maul.

I PARZIALI DEI 4 TEMPI

Dividendo le semifinali nei parziali dei 4 tempi si vede che la FemiCz ne ha vinti tre: 10-6 il primo tempo e 6-3 il secondo a Reggio, 3-0 il primo tempo a Rovigo. Qui è stata più disciplinata del Valorugby, o sostanzialmente alla pari nei falli. L’unico parziale perso 22-21 è il secondo tempo di Rovigo, dove i falli complessivi (11 contro 9) e soprattutto la concentrazione di 9 nei primi 15’ è stata fatale. Altro dato su cui riflettere: 24 dei 31 punti subiti nelle due gare sono figli dell’indisciplina. Solo la meta di Mordacci al 57’ non è nata da un fallo, ma dalla palla persa da Uncini, trasformata da Antl e Paletta in un break decisivo.

Tutto questo per dimostrare che se il Rovigo vuole battere il Petrarca, e vincere il suo 14° scudetto, dovrà essere molto disciplinato in finale. Non dovrà concedere falli ripetuti come nei 15 minuti costati le tre mete del Valorugby. «Allister Coetzee ci chiede sempre in allenamento di aver il focus sul non concedere falli ripetuti» conferma Andrea Bacchetti. Il 28 maggio a Parma sarà un’indicazione da seguire alla lettera.

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Il Gazzettino