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MONTPELLIER C'erano due napoletani e un romano. Non è l'inizio di una barzelletta, ma semplicemente Ciro Immobile, Lorenzo Insigne e Alessandro Florenzi in conferenza stampa. Tre scugnizzi, due doc e uno prestato per l'occasione. E' il lato B della conferenza, quella che difficilmente si sente e per farlo o devi alzare il volume del microfono per carpire i rumori/voci di fondo oppure drizzare le orecchie. Il parlato pubblico è sul banale andante: «Il lavoro paga», «il campo è sovrano», «Vogliamo arrivare in fondo» e poi sui tifosi, che meritano sempre «grandi soddisfazioni». Nulla che passerà alla storia, insomma, da parte di tutti e tre gli azzurri.
Più divertente è guardare Ciro, Lorenzo e Alessandro davanti alle telecamere e soprattutto alle domande dei cronisti presenti. Si distraggono, si parlano tra loro all'orecchio, ridono, fanno a gara a chi non risponde e spesso poi tocca a Florenzi (o Immobile, raramente si fa avanti Insigne), quello che con la lingua se la cava meglio. Se poi fai una domanda extra Europeo, il responsabile della comunicazione stoppa la risposta, come se questo condizionasse la giocata di una partita o un risultato.
Insigne è terrorizzato da una domanda sull'Inghilterra e gira il microfono verso Florenzi, Immobile ammette di «essere in difficoltà a rispondere».
Il Gazzettino