Doping, l'ex ciclista Riccò indagato per un giro di sostanze illecite

Doping, l'ex ciclista Riccò indagato per un giro di sostanze illecite
L'ex ciclista modenese Riccardo Riccò rischia di finire a processo per cessione di sostanze stupefacenti e dopanti. Il 33enne di Formigine, squalificato il 19 aprile...

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L'ex ciclista modenese Riccardo Riccò rischia di finire a processo per cessione di sostanze stupefacenti e dopanti. Il 33enne di Formigine, squalificato il 19 aprile 2012 per doping fino al 2024, risulta, infatti, tra gli otto indagati in un'inchiesta condotta dal Nas dei carabinieri di Parma insieme ai colleghi di Sassuolo su un giro di sostanze illecite destinate a ciclisti amatoriali. Coordinata dal pubblico ministero Enrico Stefani (oggi giudice a Venezia), negli atti si ipotizza che le sostanze (tra queste anche Epo) tra il 2013 ed il 2014 siano arrivate nel Modenese dalla Toscana, per vie ovviamente illecite, e poi 'smerciatè all'interno di un negozio di biciclette sportive che si trova sempre in provincia di Modena. A procacciare i farmaci dopanti, un uomo che si occupa di vendita di integratori sportivi. Farmaci che, a quanto trapela, non si esclude possano essere stati rubati da un ospedale del Casertano. Sette degli otto indagati, tra cui Riccò, sono residenti nel Modenese e tutti legati al mondo delle biciclette. L'ottavo è invece un 32enne di Caserta. Mentre tra le accuse si parla anche di somministrazione di sostanze dopanti a ciclisti amatoriali, per Riccò, invece, si ipotizza solo la cessione di Cera o Epo, oltre al farmaco 'Contramal' ad un altro ciclista, indagato, che a sua volta avrebbe ceduto allo stesso Riccò altre sostanze dopanti. L'episodio in questione sarebbe avvenuto nel giugno del 2014. Secondo quanto riporta la stampa locale modenese, Riccò affronterà l'udienza preliminare in tribunale a Modena il 31 maggio, davanti al gup Andrea Romito. L'avvocato riminese Fiorenzo Alessi, difensore di Riccò, che adesso vive a Tenerife, afferma: «Si è subito dichiarato estraneo alla vicenda. Non è mai stato chiesto l'interrogatorio».
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Il Gazzettino