«Le medaglie delle ragazze alle Universiadi sono bellissime ma ora le donne sono pronte per fare un passo in più ed essere protagoniste come classe dirigente dello...
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Donne dirigenti nello sport, Giorgetti: parità di accesso
L'olimpionica di sci da quando ha abbandonato l'attività ha combattuto una battaglia da dirigente per la parità nello sport: «Quando avevo 16 anni e cominciai a fare le gare internazionali - spiega - non esisteva una squadra femminile di sci alpino. Ai Mondiali di Oslo dell'82 andai come aggregata alla squadra maschile e arrivai ottava. I media italiani si incuriosirono e partì una strada che portò alla formazione della squadra femminile». La discriminazione era evidente anche da parte della federazione: «Ricordo che negli anni '80 - dice Di Centa - leggevo i premi in denaro per gli atleti top: c'era una lista per i piazzamenti ai Mondiali, alle Olimpiadi, in Coppa del Mondo. Poi alla fine c'era una postilla: i premi si intendono decurtati del 30% per le donne. E oggi mi rifiuto di andare a premiare i vincitori delle gare giovanili se i premi non sono uguali tra i sessi».
LA LEGGE
Oggi questa discriminazione non c'è più, ma chi prende le decisioni sono solo uomini: «Due mandati fa mi sono candidata alla presidenza della federazione sport invernali, sapendo di perdere, ma non volevo più dare agli uomini la possibilità di dire che noi donne non siamo elette perché non ci candidiamo.
Il Gazzettino