Il danno oltre la beffa. Eh già perché una delle clausole, scritte piccole piccole, e di cui nessuno ha avvertito chi ha già comprato un biglietto per le...
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TRE MILIARDI
“Un canarino nella miniera di carbone”. Sarà questa la funzione della fiaccola olimpica che dopo domani partirà da Fukushima, per poi raggiungere tutte le 46 prefetture dell’arcipelago di Tokyo. Ci impiegherà 121 giorni. Il Cio invece ne ha a disposizione un terzo per decidere se rinviare i Giochi o farli slittare in autunno. In Giappone gli esperti contano già i danni. Prima di tutto va detto che gli investimenti fatti vanno oltre i 20 miliardi di euro tra impianti sportivi (13 miliardi) e tutte quelle strutture direttamente connesse (9 miliadi). In totale 42 nuovi edifici. Un esborso tre volte superiore alla cifra stanziata inizialmente (7,3 miliardi). L’impatto è pesantissimo: un calo dell’economia per il terzo trimestre di fila. Si parla di un -0,2% di Pil che in cifre equivale a circa 3 miliardi. Perdite che inevitabilmente lieviterebbero in caso di spostamento al 2021 o peggio al 2022. Questo perché gli investimenti sono ormai stati fatti e nella maggior parte dei casi non hanno un valore rimodulabili e che anzi tenderebbero solo a crescere visto che tutta la macchina andrebbe lasciata in moto.
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Si parla di spese vicine ai 40 miliardi. La stragrande maggioranza della spesa dovrà affrontarla proprio il Giappone. Uno dei nodi maggiori è il villaggio Olimpico che ospiterà 11 mila atleti e altri 5 mila tra dirigenti e staff. La costruzione, nel distretto di Chuo con vista sulla baia, consta di oltre 5500 abitazioni. Quasi la metà sono stati già venduti (prezzo minimo 500 mila euro). E sui contratti c’è scritto novembre per la consegna. Il danno più grande è quello dai mancati introiti derivanti dal turismo. Una prima stima prevedeva un balzo del 20% con il raddoppio delle entrate rispetto al 2019. E poi ci sono i diritti tv, in cima alla lista delle entrate. Un totale di circa 4.5 miliardi. In aiuto del Giappone viene il fondo che il Cio ha come emergenza e che al momento conta circa 2 miliardi di euro. Un po’ meno l’assicurazione da 900 milioni che scatta solo in caso di annullamento o interruzione.
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Il Gazzettino