Mascherine e niente ovale: primo allenamento del Benetton post lockdown

Monti Ioane sui campi della Ghirada a Treviso
TREVISO - Dopo i test effettuati lunedì al Palaverde nello scrrening di massa che non hanno evidenziato alcuna problematica, con l'assoluta negatività sia...

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TREVISO - Dopo i test effettuati lunedì al Palaverde nello scrrening di massa che non hanno evidenziato alcuna problematica, con l'assoluta negatività sia dei giocatori che dei vari staff al coronavirus, il Benetton Rugby è tornato ad allenarsi in Ghirada in forma assolutamente individuale, perché le parole d'ordine, in questo difficile e complicato periodo, sono prevenzione e massima attenzione.

Una preparazione basata più che altro sulla corsa e sulla ricerca della condizione ottimale dopo due mesi di lavoro condizionato. D'un tratto sembra di essere tornati all'inizio di ogni singola stagione, periodo in cui l'aspetto fisico è prioritario e il lavoro con il pallone è praticamente un tabù.
IL TEAM MANAGER
«Fortunatamente tutti stanno bene dice Enrico Ceccato, team manager del Benetton in questi due mesi di allenamenti casalinghi e in solitudine, i ragazzi hanno dimostrato di aver svolto comunque un lavoro importante, anche se limitato dalla situazione. Adesso sarà importante ritrovare la forma migliore ma sappiamo che ci vorranno alcune settimane».
Lavorando a casa e correndo per la strada, qualcuno ha accusato dei problemi, soprattutto a livello tendineo: tutto risolto?
«Chiaramente correre per strada o all'interno di qualche parco non è la stessa cosa di correre sui campi più soffici che ci sono in Ghirada. Qualche giocatore ha accusato dei problemi legati a un lavoro da stress, tuttavia alla prima avvisaglia è stata subito allestita la macchina per risolvere queste problematiche e soprattutto adattare alla situazione il tipo di preparazione, tant'è che questa mattina (ieri mattina, ndr) nessun giocatore si è presentato con dei problemi particolari». 
Che tipo di preparazione svolgerete nelle prossime settimane?
«Soprattutto attività legate alla corsa: un lavoro individuale, con i giocatori distanziati il più possibile tra loro. Per le prossime settimane abbiamo diviso gli atleti in 4 gruppi e ognuno di questi 4 gruppi è stato poi sdoppiato, in pratica la rosa è divisa in 8 gruppi che si allenano su campi diversi e soprattutto in differenti fasce orarie». 
Dal Board del Pro14 è arrivata qualche notizia ulteriore?
«L'intento è ovviamente quello di riprendere la stagione visti i tanti interessi in gioco, naturalmente dando primaria importanza alla salute di ognuno. Sappiamo che non sarà facile prendere una decisione. Oltretutto ogni squadra deve anche sottostare alle direttive emanate dal proprio governo, quindi gli aspetti da considerare sono molteplici». 
E' stato fissato un termine entro il quale dovrà essere decisa la ripresa o la definitiva sospensione? 
«No, in questo momento l'interesse è riprendere la stagione e portarla a termine senza comunque penalizzare quella successiva, oltretutto non dobbiamo dimenticare che anche la nazionale ha delle partite del Sei Nazioni da recuperare e questo è un aspetto non secondario. Credo si possa sapere qualcosa di più verso fine mese, andare oltre aumenterebbe i problemi». 
La vostra rosa è orfana di alcuni giocatori, al momento bloccati all'estero. 

«Il problema maggiore è per i sudafricani (Duvenage, Herbst, Snyman, ndr). Per arrivare in Europa, infatti, ci sono al momento pochissimi voli dal Sudafrica e molto spesso questi voli vengono cancellati. Sembra che da metà maggio la situazione possa migliorare, dovrebbe esserci qualche possibilità ulteriore e in questa maniera sarà anche meno problematico un loro ritorno in Italia. Situazione diversa, invece, per Keatley, il qualche arrivando dall'Irlanda ha un tragitto più breve e quindi meno problematico: dovrebbe rientrare in questo fine settimana o, al più tardi, all'inizio della prossima. Ovviamente, al ritorno in Italia scatterà la fase della quarantena». 
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Il Gazzettino