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Un libro e 10 misteri coppiani: le 200 pagine scritte dal giornaliste Paolo Viberti, "complici" le testimonianze di Adriano Laiolo, ci restituiscono una realtà diversa da quella conosciuta, con particolari assolutamente inediti sulla fine di Fausto Coppi. Il Campionissimo si rifiutò di prendere il chinino quando era in Africa, pur sapendo di rischiare il contagio? Si sarebbe salvato, se Giulia fosse andata con lui? Quali furono i rapporti con la famiglia di Geminiani? E quando Raphaél Geminiani seppe del contagio?
Adriano Laiolo racconta come Coppi contrasse la malaria in Alto Volta e spiega come invece lui stesso e Geminiani riuscirono a salvarsi. E in un’intervista rilasciata pochi giorni prima di morire, Coppi afferma che nel 1960 avrebbe voluto correre ancora il Giro delle Fiandre, la Parigi-Roubaix e il Giro d’Italia, prima di diventare produttore di mountain bike con 40 anni d’anticipo sul resto del mondo.
Non mancano foto inedite dell'archivio di Laiolo ad arricchire il volume.
L'amico di Coppi
Adriano Laiolo, 84enne genovese, vive a Monastero Bormida (Asti). Si è occupato di sport collaborando con federazioni nazionali e internazionali, assumendo incarichi d’arbitraggio, jury e delegato tecnico in campionati sportivi mondiali e olimpici. È stato un amico sincero di Fausto Coppi e dietro richiesta di quest’ultimo ha partecipato all’ultima trasferta del Campionissimo in Alto Volta nel 1959. Ha raccolto le emozioni di una vita nel libro Racconti d’armonia, Elledi edizioni.
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