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C’è un romanzo, uscito da poco in Italia ma che in Francia, oltre a vincere il Goncourt, ha venduto uno sproposito, intitolato “L’Anomalia”. Tranquilli, non segue spoiler. Diciamo che tutta la trama muove da ciò che succede in un microsecondo, o forse meno. Uno di quegli attimi in cui la realtà decide di andar di qui o di là: o forse da entrambe le parti, solo che noi ne avvertiamo soltanto una, quella cui apparteniamo. Nell’attimo c’è tutto. Il gol, per sua natura, è il simbolo dell’attimo. E se arriva agli occhi di chi guarda un nanosecondo prima o dopo cambia tutto. E allora eccola già servita la trama del prossimo fanta-thriller che qualcuno potrà avere la voglia di scrivere, ecco l’anomalia calcistica: che succederà davvero in quel nanosecondo che intercorrerà fra il momento in cui ci sarà un gol per un spettatore che sta guardando una partita di campionato in streaming su Dazn godendo in una connessione iperveloce e quello dello stesso gol visto da uno collegato con una connessione più lenta? Quali scenari fantascientifici si possono immaginare?
Interrogativi non nuovi ma di gran moda nella nuova era. Certo è che oltre al cambio di “strumento” di fruizione (la banda larga in luogo del satellite) siamo alla vigilia pure di un cambio di linguaggio. Dal “Club” di Sky dopo l’ultimo incontro passeremo “AI” club. Nel senso che il focus di Dazn sarà assai più quello di creare ambiti dove il tifoso possa trovarsi nella sua casa madre e con i suoi simili che non sedere ex catedra a analizzare situazioni in nome dell’essere super partes. Il che muterà presumibilmente anche le parole con cui il calcio verrà raccontato.
LA SVOLTA
Siamo al momento in cui il tifoso trancia l’ultimo cordone ombelicale con i padri? Da Carosio, Martellini, Ameri, e perfino da Biscardi fino a Caressa: tutti padri della comunicazione dell’evento sportivo sono destinati a essere relegati nel passato, soppiantati dalla possibilità di ogni utente di diventare un “padre nobile” in proprio, allestendo non solo il palinsesto ma addirittura cosa osservare di una singola partita?
Chi vivrà vedrà, siamo solo all’inizio. Domanda a latere: in un paese dove l’età media è avanzata e la versatilità tecnologica non è un patrimonio diffuso, esiste (e se c’è quanto è grande?) un pubblico che è pronto per non avere più dei “padri” del racconto sportivo ai cui commenti puoi aderire in forma anche solo personale? Corriamo forse il rischio che la svolta “giovanilista” che il campionato in streaming comporterà lasci per strada molti che non solo non hanno intenzione di cimentarsi con la fibra; ma che magari affidavano ai padri di cui sopra il loro relax mentale post-coitum calcistico?
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La situazione è complicata ed affascinante.
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Il Gazzettino