Cassano: «Ho rubato le donne a Beckham e le chiavi a Trigoria. Totti? Non ci siamo parlati per due anni»

Francesco Totti e Antonio Cassano
Fantantonio sempre lui, le sceneggiate, la bella vita e poi il calcio, quasi solo una delle possibili occasioni per mettere alla prova il talento «Sesso, cibo e calcio sono...

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Fantantonio sempre lui, le sceneggiate, la bella vita e poi il calcio, quasi solo una delle possibili occasioni per mettere alla prova il talento «Sesso, cibo e calcio sono il trio ideale per una vita perfetta », questo il primo colpo di una intervista che Antonio Cassano ha concesso alla testata spagnola As, l'occasione giusta per parlare delle sue passioni e delusioni.


«Nel mio cuore ci sono solo tre squadre: Samp, Inter e Parma, il Real l'ho dimenticato.Al Real ho giocato pochissimo, per colpa mia, sia chiaro, ma anche perché in quella squadra giocavano giocatori fortissimi come Ronaldo, Zidane e Raul. Mi ricordo quando mi chiamò Bronzetti per dirmi che i Blancos erano interessati a me, non ci credevo e lo mandai a quel paese, ma non scherzava. Venne da me e mi passò Florentino Perez al telefono. Non potevo rifiutare, in molti avrebbero pagato per giocare nel Real Madrid dei Galacticos. Solo uno scemo come me può essersi comportato come ho fatto io».

Le notti folli

«A 20 anni si ha una forza tale da fare sesso tutti i giorni e le occasioni non mi sono mancate. A Madrid arrivai a pesare 93 kg. Avevo un amico lì a Mirasierra, alle 10 mi portava in appartamento tutto il cibo che volevo. La sfortuna era che quando si giocava fuori casa... lui non ci fosse!. Beckham? David era perfetto, ma era una brava persona. Il 100% delle ragazze volevano conoscere lui e non me, ma non era possibile perché lui era sposato. Io, invece, ero quello che... beh, avevo la ragazza, ma un mese dopo...»

Gi idoli erano altrove
«Avevo solo 18 anni e, da quando ero piccolo, avevo sempre voluto giocare con Totti". Francesco è un uomo fantastico. Ho vissuto da lui per sei mesi, poi abbiamo litigato per mancanza di rispetto e lui smise di parlarmi per due anni. Alla vigilia di un 4-0 contro la Juventus ho rubato le chiavi di Trigoria e sono tornato alle sei . E il giorno dopo ho vissuto la mia migliore notte in un campo da calcio: ho provocato un rigore e segnato due gol». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino