Capello: «Il campionato italiano? C'è poca qualità, non ci sono maestri»

Capello: «Il campionato italiano? C'è poca qualità, non ci sono maestri»
Serie A apertissima ed emozionante, grazie al testa a testa tra Juventus e Napoli per lo scudetto, ma ancora poco «allenante» nell'Europa che conta. La bocciatura...

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Serie A apertissima ed emozionante, grazie al testa a testa tra Juventus e Napoli per lo scudetto, ma ancora poco «allenante» nell'Europa che conta. La bocciatura arriva da Fabio Capello che, senza tanti giri di parole, spiega i pesanti ko di bianconeri e Roma nei quarti di Champions: «C'è poca qualità. Se i giocatori migliori non vengono più in Italia, ma anzi vanno a rinforzare le avversarie, il livello del calcio non ha dei buoni insegnanti. Io da giovane ho 'copiatò da Suarez, da Massei. Dei grandi, che potevano trasmettere qualcosa. Copiare bene è fondamentale». Forse anche per questo è pronto a dire 'no, graziè ad un futuro da Ct azzurro: «Ho fatto le mie esperienze in Inghilterra e Russia. L'Ultima panchina è stata in Cina, allo Jiangsu Suning. Volevo provare ancora una volta ad allenare una squadra. Siamo riusciti a salvare una squadra presa ultima in classifica. Ora mi diletto di più a fare il commentatore, un ruolo in cui si vince sempre» scherza. Roberto Mancini in pole per il posto di Commissario tecnico? Capello gli riconosce «una grande esperienza internazionale, che senz'altro lo aiuterà». Ma, ribadisce, il problema è altrove: «Noi allenatori siamo bravi quando abbiamo giocatori di primo livello. È molto difficile fare bene con i mediocri. In questo momento all'Italia mancano calciatori che facciano la differenza, dei leader, dei talenti». Puntare sui giovani è fondamentale, ma bisogna avere il coraggio di metterli alla prova. «Se non gli fai indossare la maglia azzurra non capisci se il giocatore può affrontare la nazionale. Il salto dalla serie A è molto grande. Servono più personalità, più qualità, più velocità mentale. Per questo ci sono giocatori attuali, grandi in A, che in azzurro spariscono. Quindi la cosa più importante è provarli, tentando anche qualche esperimento».
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Il Gazzettino