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L'Osservatorio sul Nord Est di oggi interroga l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento proprio intorno al tema dell'accesso agli stadi. Secondo le analisi di Demos, il 43% dei nordestini ritiene che dovrebbe essere proibito andare allo stadio, mentre è il 50% a pensare che potrebbe essere fruito, pur con le cautele già applicate ad altri contesti, come l'uso della mascherina e il distanziamento tra le persone. Del tutto residuale (3%) è la percentuale di coloro che ritengono si possa frequentarli senza particolari precauzioni, come si è sempre fatto.
GLI ORIENTAMENTI
Come si caratterizzano questi orientamenti nei diversi settori sociali? Vediamo il profilo di chi vorrebbe la loro chiusura, senza se e senza ma. A mostrare un'adesione superiore alla media a questa opinione sono i più giovani, sia gli under-25 (50%), che quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (47%). Tra le persone di età centrale (35-44 anni), poi, il valore cresce ulteriormente, raggiungendo il 56%, mentre tra coloro che anno tra i 45 e i 54 anni l'idea di proibire l'accesso agli stadi si attesta al 48%. Professionalmente, invece, emerge una maggiore presenza di impiegati (55%), studenti (53%) e disoccupati (51%). Consideriamo ora coloro che ritengono possibile andare allo stadio, seppur con le precauzioni note, come l'uso della mascherina e il distanziamento tra le persone. In questo caso sono gli adulti tra i 55 e i 64 anni (55%) e, in misura ancora più marcata, gli anziani con oltre 65 anni (60%), a sostenere questa ipotesi. Dal punto di vista socioprofessionale, invece, sono soprattutto gli operai (54%) e gli imprenditori (64%) ad auspicare un ritorno negli stadi in sicurezza.
Consideriamo, infine, come cambiano queste idee in base alla passione calcistica. Tra i tifosi, l'idea di frequentare gli stadi, anche se dotati di mascherina e a distanza, appare maggioritaria (55%), anche se la componente che vorrebbe proibirne l'accesso appare tutt'altro che marginale (37%). I non tifosi, invece, si dividono in maniera identica tra coloro che hanno una posizione più rigida, di chiusura degli stadi (47%), e quanti invece ritengono possibile aprirli, seppur con mascherina e distanziamento sociale (47%).
Natascia Porcellato
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Il Gazzettino