Questo sarebbe dovuto essere il lunedì dei saluti, come tutti quelli successivi all’ultima di campionato. Che doveva finire ieri. Invece per la serie A è il...
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Quaranta pagine in cui vengono spiegate le modalità con cui si svolgerà un match. Se non ci saranno obiezioni, bisognerà “solo” scegliere quando ricominciare. «Le date individuate sono due, il 13 o il 20 giugno - ha detto Spadafora al Tg3 - Giovedì avremo una riunione con Figc e Lega (probabilmente a Palazzo Chigi, ndr) per decidere». Fosse il 13, sarebbe in deroga al Decreto che vieta fino al 14 qualsiasi manifestazione sportiva. Spadafora è tornato su un suo pallino della prima ora: poter trasmettere le partite (che si giocheranno a porte chiuse) in tv in chiaro superando l’ostacolo legge Melandri. «Vorrei adottare il modello tedesco, dove Sky trasmette Diretta gol in chiaro. Sono disponibile a mettere nel provvedimento che firmeremo per la riapertura del campionato le norme che serviranno per avere la diretta gol visibile a tutti». «Sto lavorando alla legge di riforma dello sport che dovrebbe essere pronta prima dell’estate - ha concluso il ministro - e che introdurrà il professionismo per le donne». A stretto giro di posta... televisiva la replica del presidente del Coni Malagò, ospite insieme a Simone Inzaghi da Fazio a Che tempo che fa: «La ripartenza il 13 o il 20? Ok, ma non è scontato che poi tutto finisca e vada bene. Ora c’è il piano B dei play off, ma la partita è aperta. Spadafora dice di guardare al modello tedesco, ma non si può prendere solo un pezzetto. Lì hanno fatto accordi con tv e con i calciatori, che in Germania non sono lavoratori dipendenti come da noi». Da ieri il governo ha in mano il protocollo con il quale la Figc intende riprendere i campionati. Norme (anticipate da Il Messaggero) che regolano le 10 ore di durata dei “match day”.
PARTITE STERILIZZATE
Dall’arrivo allo stadio (un’ora e trequarti prima del calcio d’inizio gli arbitri; 1 ora e 40 prima il Gruppo Squadra ospite, che per la serie A può essere formato al massimo da 60 persone; 1 ore e mezza prima i padroni di casa); al numero massimo degli ammessi allo stadio (che, per la serie A sono 300). Quel che interessa la partita vera e propria è identico a quanto si sta vedendo in Bundesliga. Ingressi sfalsati di un minuto delle formazioni sul terreno di gioco (prima gli ospiti) senza cerimonie o strette di mano. Panchine con un posto vuoto tra i sedili o l’uso delle tribune adiacenti (se c’è l’ingresso diretto in campo). In campo, vietati gli abbracci e avvicinarsi a meno di 1,5 metri per dialogare con gli arbitri (è stato tolto il verbo protestare).
NODO POSITIVI
Insomma un calcio “sterilizzato” e silenzioso per poter ricominciare anche in Italia. Il nodo cruciale resta quello della quarantena di 14 giorni, obbligatoria per tutti i componenti di una squadra in caso di anche solo una nuova positività. Il protocollo introduce test sierologici rapidi e la possibilità, se nelle prossime settimane la curva dei contagi lo permetterà, di rivedere la legge. E’ l’unico modo, oltre a tenere incrociate le dita, per essere ragionevolmente certi di poter finire dopo aver ricominciato. Senza ricorrere al Piano B (play off e play out) o al Piano C (cristallizzazione delle classifiche scegliendo un merito sportivo). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino