Il sistema calcio e più nello specifico la serie A rischiano il collasso economico schiacciati dai costi dei giocatori (la prima spesa del bilancio) e appesi...
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ALIQUOTE
Ecco perché si sta discutendo su come mettere in pratica questa misura. La parola d’ordine è rinegoziare con fornitori e dipendenti i contratti inerenti alla gestione societaria; entro specifiche condizioni. Di sicuro sarà riservata a giocatori e allenatori e non a tutti gli impiegati di secondo e terzo livello come ad esempio massaggiatori, fisioterapisti e magazzinieri. Normale poi che si voglia anche tutelare tutti quei calciatori che non hanno stipendi milionari e militano nelle serie minori (la media stipendi in Lega Pro è di 2500 euro). Ecco perché l’idea che si sta studiando è quella di usare delle aliquote. Un po’ come funziona per la normale tassazione. Ecco allora che sotto i 100 mila euro lordi non ci sarebbe riduzione, tra i 100 mila e i 500 mila taglio del 15%, tra i 500 mila e il milione riduzione del 20%, tra il milione e il milione e mezzo decurtazione del 25% per arrivare a un -30% per gli stipendi sopra il milione e mezzo. Basti pensare che con un taglio medio del 15% si risparmierebbero circa 230 milioni. Un progetto che dovrà passare al vaglio di tutti. E soprattutto che dovrà essere coordinato e allineato con le altre principali Leghe europee per evitare concorrenza sleale.
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UN FONDO AD HOC
Ma non c’è solo il taglio degli stipendi come idea per arginare la crisi. Sta maturando l’idea di un fondo rotativo per salvare il sistema che come indotto diretto e indiretto muove circa 6 miliardi di euro, un industria che con il suo gettito fiscale fa ritornare al sistema sport introiti importanti. Motivo per cui il presidente della Figc, Gabriele Gravina, è in costante contatto con ministero dell’economia per mettere a punto un paracadute. Si pensa anche che una quota percentuale dei proventi da scommesse calcistiche possa essere destinata alle società di A, B e Lega Pro e ad un intervento per supportare l’indebolito mercato pay tv (principale fonte di ricavi per il calcio). Ma in ballo c’è anche un salva calcio. Ma quello che è emerso nei vari tavoli aperti dalla serie A è che non si vuole chiedere un aiuto diretto al governo ma un intervento per modificare leggi quali la Melandri, quella sul professionismo e quella sugli stadi.
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Il Gazzettino