Budget cap, fra mille polemiche la questione va in archivio. Pene lievi alla Red Bull

Da destra, Horner, Marko e Newey
La Formula 1 scalda i motori in altura dove questa sera si disputerà il Gran Premio del Messico. Tutta la vigilia è stata caratterizzata dalle polemiche sulla...

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La Formula 1 scalda i motori in altura dove questa sera si disputerà il Gran Premio del Messico. Tutta la vigilia è stata caratterizzata dalle polemiche sulla punizione che la FIA ha finalmente, dopo un lungo tira e molla, ha affibbiato alla Red Bull. Come al solito, la mela è spaccata in due: chi si lamenta abbastanza apertamente e chi, invece, si dice contento. Fra i secondi c’è, molto a sorpresa, Toto Wolff che durante il mese di ottobre è stato sempre caricato a pallettoni: «Sono soddisfatto così, non ho nulla da aggiungere. La squadra ha ammesso la colpa, le Federazione ha deciso la multa. Se, vista la pena lieve, il prossimo anno noi faremo lo stesso? Non scherziamo. Sono in ballo valori molto più importanti di qualche milione di euro. C’è l’onore del team e l’immagine di un marchio che rappresenta moltissime persone e ha oltre cento anni di storia».

Horner vuol sembrare bastonato ma, tutto sommato, è felice di come siano andate le cose: «Dicono che abbiamo fatto un errore è accettiamo la sentenza. La punizione non è affatto leggera a il prossimo anno potrebbe costarci fino a mezzo secondo al giro. Siamo tranquilli, invece, con la nostra coscienza: neanche un euro contestato sullo sforamento è stato speso per incrementare le prestazioni della monoposto». Come al solito, hanno tutti ragione. La vicenda si chiude senza intaccare i risultati sul campo di gara, ma questo si era già capito. Soprattutto il campionato conquistato da Verstappen per un soffio su Hamilton è salvo. Ai bibitari lo sforamento delle spese di 1,8 milioni costerà 7 milioni di multa che non incideranno sul budget cap del 2023 e il divieto di usare la galleria del vento per un 10% del tempo.

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Il Gazzettino