Bressan (ex Venezia) come Cr7, nella top ten dei gol Uefa

La prodezza di Mauro Bressan (violanews.com)
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VENEZIA - Una vita da mediano a recuperar palloni. È stata soprattutto questo (e poco altro) la carriera del trevigiano Mauro Bressan, centrocampista di Bari, Cagliari, Fiorentina e Venezia. Come cantava Ligabue, d’altronde, per chi non è stato dotato da Madre natura dello “spunto della punta né del dieci” è difficile far sognare e incantare il pubblico con giocate di alta scuola. Qualche volta, però, l’impossibile accade e anche il più anonimo degli operai del pallone riesce a conquistare il paradiso. A Bressan capitò il 2 novembre del 1999 quando, al “Franchi, con la maglia viola indosso, riuscì a bucare la porta del Barcellona con una rovesciata sensazionale, un gol che la Uefa ha inserito nella classifica dei dieci più belli della storia delle sue competizioni.








Trevigiano di Valdobbiadene, 44 anni il 5 gennaio prossimo, appesi gli scarpini al chiodo nel 2009 a 38 anni come dirigente è incappato in una squalifica di 3 anni e sei mesi per una storia di scommesse. Ora Bressan ha l’inatteso privilegio di entrare a far parte di una lista di campionissimi che, a essere sinceri, con le sue doti di corridore generoso c’entrano poco e nulla: Van Basten, Ibrahimovic, Zidane, Cristiano Ronaldo, Rui Costa e Dejan Stankovic.



Scelte dagli utenti del sito web dell’Uefa all’interno di un’antologia di 60 gol, tra i quali alcuni portano la firma di altri nomi illustri del football di ieri e di oggi - Henry, Nedved, Figo, Hagi, Messi, Robben -, le reti della top ten, ideata dal massimo organismo calcistico europeo per festeggiare il sessantesimo anniversario della sua fondazione, sono state ordinate secondo un criterio puramente cronologico. Al primo posto, perciò, troviamo lo splendido destro al volo da posizione impossibile di Marco Van Basten nella finale tra Olanda e Russia dell’Europeo ’88. Alle sue spalle, ecco, quindi, Bressan, che in quella epica serata di novembre brillò più dei rivali Rivaldo e Figo, seguito, all’ultimo gradino del podio, da Zinedine Zidane e dall'acrobatico sinistro sfoderato nell’ultimo atto della Champions League 2002, vinta per 2-1 dal suo Real Madrid contro i tedeschi del Bayer Leverkusen.



Dietro il terzetto di testa, quarto posto per il portoghese Rui Costa e per il suo gol all’Inghilterra a Euro 2004, prodezza che precede la sforbiciata di Peter Crouch, allora centravanti del Liverpool, al Galatasaray nel 2006, il destro a incrociare di Cristiano Ronaldo del 2009, quando ancora era un giocatore del Manchester United, contro il Porto, la volée da centrocampo dell’ex interista Dejan Stankovic ai danni dello Schalke nel 2011, i tiri mancini scagliati, rispettivamente nel 2012 e nel 2013, da Radamel Falcao e dal giovane francese Samuel Umtiti e la “bomba” con cui nell’ottobre dello scorso anno Zlatan Ibrahimovic punì l’Anderlecht. Sua maestà Ibra forse non gradirà ma la sua rete, seppure esclusivamente per una questione temporale, è in ultima posizione. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino