Il Brasile incanta (e zittisce) Parigi: 3-1 in rimonta alla Francia

Il Brasile incanta (e zittisce) Parigi: 3-1 in rimonta alla Francia
Contro ogni immaginabile pronostico, il Brasile ha steso la Francia allo Stade de France di Parigi, riportandola alla realtà di un risultato che non affiorava dal Mondiale della...

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Contro ogni immaginabile pronostico, il Brasile ha steso la Francia allo Stade de France di Parigi, riportandola alla realtà di un risultato che non affiorava dal Mondiale della scorsa estate. I verdeoro di Dunga hanno calato il tris (3-1) e, per di più, hanno completato l’opera in rimonta.




A trascinare la Seleçao hanno provveduto Oscar, Neymar e Luiz Gustavo, capovolgendo così un punteggio inizialmente sbloccato da Varane.











Eppure, il primo tempo ha assunto presto le tinte blu, anzi bleu. Già, perché la Francia di Deschamps ha allestito una manovra fluida e ha declinato un calcio spesso godibile, ricco di accelerazioni, di tagli, di incursioni verso l’area dei rivali. Bravo capitan Benzema, attivo Griezmann, sempre efficace Valbuena. Per tacere, poi, della solidità di Sissoko o dello spessore di Sakho e di Varane, piazzati lì al centro della difesa a proteggere il cono dettato dallo sguardo di Mandanda.



Poi, con l’andare del tempo, i Bleus hanno imboccato la via del tramonto: d’improvviso sono evaporati, e lento è diventato il loro andare. Era inevitabile allora che il Brasile attingesse ampie scorte di coraggio. Così, Willian, Oscar e capitan Neymar, i tre giocolieri che fluttuavano alle spalle dell’unica punta Firmino, hanno cominciato ad avviare i motori, planando leggeri verso la porta avversaria.



Sotto occhi importanti ma stupiti – quelli del presidente Hollande, di Zidane, di Vieira, di Desailly, di Henry e di Ronaldo – la brillante Francia del primo tempo si è sciolta al calore di una Seleçao crescente. È vero, era «solo» un’amichevole: eppure, a rifletterci, l’esito ha stupito perché il rango e la qualità delle due nazionali erano, e tuttora rimangono, piuttosto differenti. Del resto la Francia è ormai una realtà, ha acquisito uno stile e va sicura della propria intelaiatura; viceversa, il Brasile vive un momento di rivoluzione, per così dire di ricerca di una nuova identità. A Dunga i meriti, dunque; a Deschamps il compito di comprendere appieno le lacune della squadra. Un plauso se lo è meritato anche la terna arbitrale tutta italiana guidata da Rizzoli.



Prima della sfida, i giocatori hanno osservato un minuto di raccoglimento in ricordo delle vittime del volo 4U9525 della Germanwings. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino