Allo scadere il Bologna pareggia e consolida la panchina di Mihajlovic. Meglio il Parma, 18 punti in 13 partite, media da Europa league, chissà se poi quest’anno...
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Sinisa non è allo stadio Dall’Ara, tornerà a fine anno se non farà troppo freddo, intanto i rossoblù sono appena a 6 punti in 10 gare, evitando allo scadere con Dzemaili la 4^ sconfitta in sequenza. Uno dei tanti derby d’Emilia vede il Parma avanti due volte, intanto con Kulusevski, il miglior giocatore della finale primavera che a giugno premiò l’Atalanta, sull’Inter. Il pragmatismo di Roberto D’Aversa è premiante soprattutto in trasferta, quando i crociati sapranno costruire di più al Tardini, contro le difese schierate, la creatura del presidente Pizzarotti sarà davvero da Europa. Squadre corte, Parma attento, rossoblù anche sfiduciati, stanno ritornando ai livelli dell’èra Filippo Inzaghi, ovvero sulla difensiva, ma neanche, perchè quel Bologna almeno manteneva qualche 0-0. Mihajovic, fra l’altro, ha vice sconosciuti, è diverso per esempio Stellini, secondo all’Inter, che è stato un buon difensore e ha esperienze anche da capo.
Il Parma vive del sinistro del macedone che avrebbe fatto bene all’Atalanta in Champions, come alternativa a Gomez e a Ilicic, anche solo per pochi minuti. A Bergamo lo richiederanno subito, se dovessero passare agli ottavi. La partita fila via con gli armonici movimenti di contenimento, su entrambi i fronti, Sprocati è alla prima da titolare, non trova il bis del gol alla Roma. Il Parma ha i capelli brizzolati di Bruno Alves dietro, l’umiltà di Barilla, il pupillo del ds Daniele Faggiano, e la determinazione dell’albanese Dermaku. Senza Pulgar, ceduto alla Fiorentina, i petroniani vivono dei guizzi di Orsolini, che non può decidere le partite da solo. Palacio a 37 anni resta un vivacizzatore, ci vorrebbe davvero Ibrahimovic, 38enne, per sfruttare i cross. E’ un Bologna grigio, all’ultimo Donadoni, il pubblico è ben disposto anche per la malattia di Sinisa ma il rischio è farsi risucchiare presto in zona retrocessione.Dzemaili a 33 anni non perde il suo tremendismo, il destro del 40’ è comunque notevole. Sepe si oppone a fatica. Sull’angolo di Orsolini, Kulusveski non arriva, Palacio gira di precisione, anticipando lo svedese Gagliolo. Sull’1-1, il connazionale nato in Macedonia si rifà vivo, è fra i migliori millennials d’Europa. Joey Saputo si lustra gli occhi per la catena di destra, con Svanberg, Mbaye e naturalmente Orsolini.
Il secondo tempo è vivace, un accenno rossoblù, il cross di Darmian per Kucka, alto di testa.
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