Come fa Bebe Vio a muovere le braccia? La campionessa si stacca la protesi e lo fa vedere a tutti

Bebe Vio mostra come si usano le protesi alle braccia: "Della disabilità si può e si deve ridere"
Le sue braccia non sono vere, ma meccaniche, eppure riesce a utilizzarle anche meglio dei cosiddetti 'normodotati'. Bebe Vio, a Le Iene, mostra come usare le protesi agli...

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Le sue braccia non sono vere, ma meccaniche, eppure riesce a utilizzarle anche meglio dei cosiddetti 'normodotati'. Bebe Vio, a Le Iene, mostra come usare le protesi agli arti con cui non solo maneggia la spada, ma che utilizza anche come asta da selfie. Il riferimento è ad un post che la stessa 21enne veneta aveva pubblicato sui social, mentre aveva prestato una delle sue protesi agli arti superiori per scattare un selfie: «Mamma mi ha sempre detto che sarei potuta diventare qualsiasi cosa nella vita, quindi ho deciso di essere un selfie stick».




La campionessa paralimpica di scherma ha mostrato il funzionamento della sua protesi: per stringere e allentare la mano esistono due tipi di elettrodi, che lei innesca con due diversi movimenti dei muscoli. «Per chi non conosce queste protesi può risultare tutto molto complicato, invece è semplicissimo: è una questione di abitudine», ha spiegato Bebe.


Si può ridere della disabilità? Sabrina Nobile, per Le Iene, lo ha chiesto ai migliori esponenti della satira italiana, ma anche a chi è disabile, come Bebe Vio. I pareri sono contrastanti: vignettisti come Giannelli, Forattini e Makkox, ad esempio, sostengono che su certe cose non si possa scherzare e che solo i diretti interessati hanno tutto il diritto di fare autoironia. La giovane schermitrice paralimpica, invece, la pensa diversamente.
«Non voglio parlare di disabilità, dico solo che voi che siete considerati 'normali' avete tutti i pezzi, mentre a me ne mancano quattro, gli arti» - ha spiegato Bebe Vio - «Io credo che ognuno possa scherzare sulla disabilità, poi è ovvio che dipende da come viene vissuta dalle singole persone. Senza autoironia non si va da nessuna parte». 






Da sempre molto autoironica, Bebe Vio ha spiegato che della disabilità, a suo modo di vedere, si può e si deve ridere. Poi ha raccontato di nuovo come gli inizi fossero stati duri, di aver pensato al suicidio e che suo padre fu il primo a farle capire che, come ama ripetere in continuazione, "la vita è una figata".  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino