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Sparano per strada, aggrediscono e diffondono tra i cittadini un forte senso di insicurezza. Le baby gang tornano al centro del dibattito politico e, ieri, durante il question time del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il fenomeno è stato analizzato, così come le possibili contromisure. Il titolare del Viminale è partito dagli ultimi episodi avvenuti a Napoli per sottolineare la portata del fenomeno, ma anche i rischi di possibili saldature tra gli ambienti degli agitatori. I recenti fatti di cronaca sottolineano come dalla piazza virtuale a quella reale dove scontrarsi a coltellate, il passo sia molto breve: basta un messaggio per far esplodere la rabbia e la guerra tra baby gang. Il modello è quello di alcuni gruppi di ultrà che si danno appuntamento in occasioni delle partite - spesso lontano dagli stadi - per scatenare episodi violenti che finiscono nella migliore delle ipotesi con feriti gravi. E la cronaca è piena di scontri tra questi pseudotifosi, molti dei quali appartengono agli stessi ambienti.
«TEMATICA COMPLESSA»
Rispondendo a una interrogazione della Lega sulle bande criminali giovanili, il ministro ha spiegato che «si tratta di una tematica complessa, pluridimensionale, diversificata e che si riscontra non solo nelle aree metropolitane». Il tema «è stato al centro di un confronto con i sindaci di Napoli di Roma e di Milano, il 16 dicembre al Viminale.
Al centro delle indagini di Digos e Squadre mobili, c'è, dunque, la possibile saldatura tra questi mondi, mentre al Viminale stanno già avviando le iniziative per tentare di contrastare il fenomeno. Si torna a parlare di un Decreto sicurezza che possa riguardare le baby gang, prevedendo Daspo allargati ai minori, purché abbiano compiuto i 14 anni, un maggiore controllo dei social, e la possibilità di interdire la frequentazione di alcune zone delle città proprio come già avviene per i maggiorenni. Sulla falsariga del provvedimento adottato dopo l'omicidio di Willy Montero massacrato a calci e pugni nel settembre 2020 anche chi ha meno di 18 anni potrà così subire l'interdizione a entrare nei locali pubblici e stare nei luoghi della movida. Per contrastare gli episodi di bullismo via web potrà anche essere disposto il divieto di utilizzo del cellulare e di altre apparecchiature elettroniche. Una norma prevista sia per i minorenni, sia per gli adulti.
I SINDACI
Il tema, al centro del dibattito, è ancora in fase di valutazione ma, nel frattempo, il ministro conta molto sulla collaborazione delle amministrazioni locali per contenere risse, mala movida, e possibili reati. Già in queste ore sono state predisposti controlli straordinari. Ieri sono stati effettuati alla stazione Termini, dove di recente una turista israeliana è stata accoltellata, ma i controlli si allargheranno anche alle zone della movida e dello spaccio. Sono stati predisposti pattuglioni ah hoc, e ora Piantedosi si aspetta anche dai sindaci delle città metropolitane un quadro di risposte concrete, con piani specifici per la sicurezza e interventi sul territorio.
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Il Gazzettino