Premier League, gol e spettacolo all’Emirates lo United espugna il campo dell’Arsenal (2-1)

Premier League, gol e spettacolo all’Emirates lo United espugna il campo dell’Arsenal (2-1)
La bellezza della Premier League si è specchiata sul prato dell’Emirates Stadium di Londra. Intensità, nobiltà tecnica,rapidità. La sfida fra l’Arsenal e il Manchester...

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La bellezza della Premier League si è specchiata sul prato dell’Emirates Stadium di Londra. Intensità, nobiltà tecnica,rapidità. La sfida fra l’Arsenal e il Manchester Utd, alla fine, l’hanno vinta i Red Devils di van Gaal (2-1) ma, bisogna dirlo, il pareggio non sarebbe stato di certo un’ingiustizia. Ad analizzare la striscia della partita, come spesso accade è stato risolutivo un episodio perfino rocambolesco, piovuto dopo un’ora scarsa di assalti e folate: cross di Young, scontro fra Gibbs e Szczesny, portiere e difensore franati a terra, destro secco di Valencia a visuale libera e pallone corretto dalla gamba di Gibbs prima di accendere la rete.




Un mescolo di casualità, si può capire. E, per dire della sfortuna, Szczesny ha pure dovuto chiedere la sostituzione, imitando quindi Wilshere, infortunato e rilevato da Cazola all’avvio della ripresa. Poi, nel finale, Rooney e Giroud hanno chiuso il capitolo, infiammando i quasi nove minuti di recupero dovuti ai vari infortuni. Lo United è volato così al quarto posto mentre i londinesi sono rimasti ottavi, distanti un oceano di punti, addirittura 15, rispetto al Chelsea capolista.



Proprio Wilshere, si diceva, ha creato una possibilità d’oro nel primo tempo ma la sorte evidentemente gli ha voltato le spalle e, anzi, ha soltanto esaltato i riflessi di de Gea, pure fiaccato da qualche acciacco. L’Arsenal, insomma, ha dominato i ritmi del confronto a lungo, offrendo equilibrio tattico, fisicità e prontezza atletica specie durante la prima frazione. Oxlade-Chamberlain, Wilshere per l’appunto, Sanchez e Welbeck hanno trascinato la squadra e spesso hanno saputo allargare il fronte dell’attacco, potendo contare anche sull’appoggio dei mediani Ramsey e Arteta. Hanno faticato, e non poco, i difensori del Manchester Utd: Smalling per tutti. È stata determinante, come ricordavamo, la reattività di de Gea. Di Maria e Rooney, due campioni imprescindibili, hanno cercato se non altro di affondare il colpo e di stringere le viti del meccanismo, dove fosse possibile.



E proprio l’argentino e l’inglese hanno posato i fili dell’azione del raddoppio, davanti agli occhi sgranati di Wenger. Di Maria ha allestito un veloce arrembaggio e ha innescato il compagno con un arabesco: un passo di danza, un pallonetto, ed ecco il gol di Rooney. Non bastasse, poco dopo il centravanti ha ricambiato la meraviglia: l’argentino, in solitudine assoluta, ha però mancato la porta, forse per uno slancio di generosità o di colpa. Il muro psicologico dei Gunners si è dunque sbriciolato in fretta sotto l’offensiva dello United: un vento lieve ma insistente. Soltanto un sinistro solenne di Giroud, salito esatto all’incrocio di de Gea, ha sottratto un filo di amarezza alla serata dei Gunners, scivolati all’Emirates probabilmente più per colpa dei propri fantasmi che non per il merito dei rivali.



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Il Gazzettino