Nuova apertura per le donne in Arabia Saudita, apertura che ancora una volta arriva dallo sport, nello specifico il calcio, amatissimo nel regno: è in programma la...
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Grazie a una lega calcio femminile sarà poi possibile prendere parte alle competizioni internazionali. come i Mondiali. Riad, infatti, non ha mai avuto una Nazionale di calcio femminile, sebbene l’anno scorso abbia presentato una sua squadra a un torneo regionale in Kuwait.
L’Arabia Saudita, dove vige il Wahhabismo (versione dell’islam che prevede la rigida separazione tra i sessi negli ambienti pubblici), sta approntando una serie di riforme, in particolare nel settore dello sport, che garantiscano il maggior accesso della popolazione femminile alla vita sociale del paese. Fino a due anni fa le donne non potevano accedere allo stadio per assistere a una partita, mentre anche questo tabù alla fine si sta lentamente togliendo.
Per il regno la svolta nello sport arriva nel 2012, quando per la prima volta nella storia le atlete saudite hanno potuto partecipare a una Olimpiade, quella di Londra: la judoka Wojdan Shaherkani e la maratoneta Sarah Attar.
Nei Giochi Olimpici di Rio, nel 2016, la delegazione saudita è raddoppiata, perché si sono aggiunte la schermitrice Lubna Omair e la velocista Kariman Abuljadayel.
Anche sul piano delle politiche sportive l’Arabia Saudita ha fatto importanti passi avanti. Del 2017 è la nomina della principessa Reema Bint Bandar (43 anni) prima alla vice-presidenza dell’Autorità Generale dello Sport e poi alla guida della Federazione delle comunità sportive. Mai nessuna donna era arrivata a ricoprire cariche di così alto livello in questo settore.
Di lei avevano fatto il giro del mondo le immagini mentre giocava a ping pong, in Giappone, contro il ministro dello Sport nipponico, durante una visita di Stato, con tanto di stretta di mano finale.
E poi ci sono i motori, sport in cui la presenza femminile è sempre più in ascesa. Nel 2019 Reema Tuffali è stata la prima donna a correre in una gara automobilistica in patria. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino