Isola di Pellestrina: tradizioni e natura

Tra la laguna e il mare, qui il tempo si è fermato. Dai tipici borghi di pescatori a una riserva unica

Isola di Pellestrina: tradizioni e natura
Una sottile lingua di terra che si allunga per circa 11 chilometri, tra la laguna di Venezia e il mare Adriatico, dove il tempo si è fermato e l’antica “vita...

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Una sottile lingua di terra che si allunga per circa 11 chilometri, tra la laguna di Venezia e il mare Adriatico, dove il tempo si è fermato e l’antica “vita di mare” si è conservata intatta nei luoghi e nelle tradizioni. È impossibile non lasciarsi conquistare dall’Isola di Pellestrina: nonostante sia poca la distanza dal centro di Venezia, sembra davvero un altro mondo, in cui le viuzze con le tipiche case dalle facciate colorate, le imbarcazioni e gli strumenti dei pescatori convivono con paesaggi unici, sospesi tra mare e laguna.

A ritmo lento

Il modo migliore per visitare l’Isola di Pellestrina? In bicicletta o a piedi, comunque con quel ritmo lento che consenta di apprezzare al meglio la magia del luogo. E da vedere c’è davvero tanto.

Partendo da nord, si incrociano per prima cosa le località di Santa Maria del Mare e, quindi, di San Pietro in Volta. Quest’ultima è la zona perfetta per ammirare i tramonti migliori. Da qui, quando il meteo lo consente, si possono distinguere in lontananza addirittura i Colli Euganei e le Dolomiti. Una visita la merita la settecentesca chiesa di San Pietro, considerata la più antica dell’isola: all’interno è presente anche un coro realizzato con i resti di una galea veneziana. Proseguendo verso sud si passa per Portosecco: se la giornata è fortunata si possono vedere le merlettaie all’opera sull’uscio di casa. Va ricordato, infatti, che le lavorazioni con il merletto a fuselli sono documentate su quest’isola già dall’inizio del XVII secolo, quando le donne intrapresero questa attività - solitamente destinata alle nobili - per sostenere le proprie famiglie, che spesso si reggevano solo sul lavoro dei mariti pescatori. Si arriva poi a Pellestrina, il borgo principale dell’isola e di certo il più pittoresco. Qui a spiccare sono le abitazioni seicentesche dei pescatori: piccole, antiche e dalle facciate coloratissime, così da poterle distinguere anche nella nebbia. La suddivisione in sestieri della località, in cui si susseguono corti e campielli, invita a perdersi tra le strette viuzze, respirando in ogni angolo un grande senso di autenticità: le giornate sono infatti ancora oggi scandite dai ritmi delle attività dei pescatori e il paesaggio è costellato dagli strumenti utilizzati dagli uomini di mare e dalle loro imbarcazioni ormeggiate poco distante.

Imperdibili anche i Murazzi sul versante orientale dell’Isola: come si evince facilmente dal nome, si tratta di una grande muraglia innalzata nel Settecento dalla Serenissima per proteggere gli abitanti dell’isola dalla furia del mare. Oggi è, di fatto, un lungo marciapiede che fa da cerniera tra il mare e la laguna. La storia di quest’opera e dell’alluvione del 1966 è raccontata nel suggestivo Piccolo Museo della Laguna Sud di San Pietro in Volta.

Specialità nel piatto

Naturalmente, una visita all’Isola di Pellestrina è anche l’occasione ideale per assaggiare la tradizione veneziana a tavola in una delle sue versioni più gustose e genuine, soprattutto per quanto riguarda le specialità di mare. Basta prendersi una pausa in uno dei ristoranti o delle osterie del posto per trovare i celebri “cicchetti” della laguna e tanti piatti a base di pescato freschissimo, dai gamberetti alle anguille, passando per seppie, cannocchie, capesante e calamaretti.

L’oasi di Ca’ Roman

E se l’Isola di Pellestrina è già di per sé una sorta di mondo a parte rispetto a Venezia, al suo interno - e più precisamente nella zona meridionale - può vantare un’area davvero speciale, ovvero la riserva naturale di Ca’ Roman. Diventata oasi di protezione faunistica già a partire dalla fine degli anni Ottanta, viene gestita dalla Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) dal 2012 e può contare su un ambiente dunale tra i meglio conservati di tutta l’area dell’Alto Adriatico. La posizione particolare, il fatto che sia disabitata e poco toccata dai flussi turistici (ad eccezione dei mesi estivi), ha permesso a Ca’ Roman di trasformarsi in un luogo eccezionale dal punto di vista naturalistico. In molte zone della riserva è presente il tortulo scabiosetum - una rara comunità endemica costituita da muschi, licheni, piante erbacee ed arbusti nani -, senza dimenticare che Ca’ Roman si trova su un’importante rotta migratoria dei volatili. Quasi 200 le specie di uccelli che sono stati censiti in questo angolo senza pari della Laguna: si va dal Martin Pescatore al Gabbiano Corallino, “ospiti” fissi dell’isola, al gruccione che si fa vedere solo nei mesi estivi, per arrivare fino a specie come lo sparviero o i rarissimi Fratino e Fraticello che si possono scorgere nei mesi invernali. Ma Ca’ Roman non fa rima solo con natura: presente anche un forte costruito all’inizio dell’Ottocento e che, sotto il dominio austriaco, veniva utilizzato per controllare l’ingresso al porto di Chioggia.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino