Monfalcone, 22 set - Monfalcone è una città che vuole aprirsi al mondo, a conferma di una identità e accanto alla capacità produttiva che ha saputo esportare nel mondo a bordo...
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Lo ha affermato l'assessore regionale al Patrimonio, intervenendo in rappresentanza del governatore del Friuli Venezia Giulia all'inaugurazione del festival 'Geografie', che si svilupperà fino a domenica attraverso incontri, momenti di riflessione e di dibattito ed è imperniato sulla necessità di 'Scrivere la terra-leggere la terra'.
Com'è stato detto sul palco della tensostruttura che ospiterà gli eventi, nella piazza principale della città dei cantieri, 'Geografie' è infatti stato ideato attorno all'idea del viaggio, nella consapevolezza del ruolo svolto dalla realtà industriale locale anche per la conoscenza del globo.
Nei cantieri monfalconesi vengono infatti realizzate le grandi navi che solcano i mari del mondo e che spesso fanno rientro anche nelle acque dell'Adriatico dopo avere portato in innumerevoli scali, anche i più remoti, le persone alla ricerca della conoscenza dei territori e di approfondire la conoscenza della geografia del globo, recando a bordo il messaggio che nasce dalla loro origine, dal luogo dei cantieri di allestimento.
Una città industriale, dunque, che non per questo vuole trascurare le opportunità di carattere culturale e la propria identità offrendo ai cittadini, ha concluso l'assessore, le possibilità di arricchirsi della conoscenza in seno a una realtà che è crocevia di culture, storia, competenze.
Il festival si chiama 'Geografie', è stato specificato, perché l'evento intende mettere in evidenza l'importanza della conoscenza dei territori e delle realtà del mondo, in un momento storico nel quale la geografia è stata addirittura eliminata come materia di insegnamento dalle scuole superiori. Invece, come ha evidenziato il giornalista e scrittore Antonio Caprarica, già corrispondente della Rai da Londra, primo ospite del Festival, essa è essenziale per comprendere la realtà e il momento nel quale viviamo.
La geografia, ha detto, si impernia sulle carte, che sono fatte di segni, di riferimenti relativi alle città, alle strade, ai fiumi, alle montagne. Ma si può leggere anche attraverso i grandi personaggi dell'epoca, spesso identificativi dei luoghi. Uno di essi è la Regina Elisabetta II di Inghilterra, in carica dal 1952, quindi, sul trono da prima che la gran parte della popolazione mondiale nascesse e ormai un segno indelebile nella storia e nella geografia dei luoghi. La Regina d'Inghilterra, ha precisato, ed era questo il tema del suo intervento, è infatti una sorta di totem di memoria e venerazione, non soltanto per il popolo britannico, perché è un simbolo che va al di là dei segni geografici. ARC/CM/pph
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Il Gazzettino