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Venti minuti da soli, più un'ora abbondante in compagnia dei rispettivi staff. Cronometro alla mano, è durato di più l'incontro di ieri tra Virginia Raggi e Roberto Gualtieri, rispetto a quello con Michetti di venerdì. Ma oltre al minutaggio, è difficile captare altri segnali favorevoli al candidato dem rispetto a quello del centrodestra. La sindaca uscente non si smuove, resta a metà del guado: «A livello nazionale c'è l'intesa Pd-M5S, ma a Roma sarò all'opposizione», scandisce davanti alle telecamere post-caffè (per lei, all'orzo). Non darà indicazione di voto ai 200mila romani che l'avrebbero voluta five more years a Palazzo Senatorio. Suo marito, ha già detto che fosse solo per gli attacchi personali subiti dal 2016, toccherebbe votare Michetti. L'astio col Pd romano è radicato, difficile da archiviare in due settimane.
Incontro Gualtieri-Raggi, i punti di contatto
Qualche punto di contatto tra «Roberto» e «Virginia» però c'è. Parlano dei tavolini extra concessi ai ristoranti, «una misura che ha abbellito tante piazze», concede l'ex ministro dell'Economia. Discutono del piano della mobilità, «non ho pregiudizi sui progetti che hai portato avanti in questi anni, non vogliamo disfare tutto», la garanzia. Con qualche paletto: la funivia tanto amata dalla grillina, «non convince i nostri tecnici», spiega Gualtieri. E il tram sui Fori imperiali? Il dem non è convinto: «Così non si raggiungerebbe mai l'unità dell'area archeologica». Ma c'è la disponibilità a dialogare, per esempio sulla sfida dell'Expo. Gualtieri ringrazia Raggi, spiega che adesso andrà designato «il comitato promotore», un organismo «aperto», promette. E in cui la grillina, se volesse, potrebbe avere un ruolo. Non se lo dicono così, dritto, ma è il senso che riferiscono gli entourage.
Altro punto di convergenza, tutto politico: il ballottaggio nel municipio di Tor Bella Monaca, l'unico distretto dove i grillini se la giocano al secondo turno, contro il candidato della Meloni.
Il ruolo di Conte
Gualtieri resta concentrato sul ballottaggio. L'ex ministro ha parlato di «neutralità» della sindaca. «Ma siamo passati da una neutralità ostile a una neutralità semi-benevola», dicono i grillini pro-dem. Nel Pd si aspettano un nuovo appello di Conte, che vada oltre la «stima» espressa per l'ex titolare del Tesoro. Almeno un «voto personale», dato che l'ex premier risiede a Roma e andrà al seggio in centro storico. Si vedrà. «Sono fiducioso e rispettoso del dibattito interno», ragiona Gualtieri. Che spera di calamitare anche gli elettori «di centrodestra a disagio» per le uscite di Michetti, vedi il caso Shoah.
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Il Gazzettino